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COMUNICATO STAMPA

Comunicati Segreteria - 15/11/2012

Assemblea dei lavoratori della Provincia di Treviso, Bernini: "A rischio centinaia di posti di lavoro".
Riassetto territoriale, CGIL: "Subito un tavolo di confronto".

Vendrame: "La fusione in macro-comuni e accorpamento degli organi di governo territoriale non siano forme di licenziamenti collettivi ma vere riorganizzazioni che garantiscano i servizi diretti al cittadini in un'ottica di unitarietà".

"Non siamo contrari né alla riduzione delle Province, né all'accorpamento, né alla costituzione della città metropolitana di Padova-Treviso-Venezia. Indispensabile, però, che il disegno di riaggregazione degli enti locali su area vasta vada di pari passo con una logica di razionalizzazione e di unitarietà. Tali riforme e riassetti territoriali non siano un subdolo metodo per operare tagli indiscriminati nel pubblico impiego. Per questa ragione, chiediamo una forte responsabilità da parte di Regione e Governo perché trasferimenti di funzioni e risorse tengano conto del mantenimento degli attuali livelli occupazionali per mettere in efficienza il sistema e garantire la tenuta dei servizi offerti al cittadino". Questa è la posizione ufficiale della CGIL della Marca tracciata nel corso dell'assemblea dei lavoratori della Provincia di Treviso, tenuta oggi, martedì 13 novembre, dalle ore 9:15 presso la sede della provincia.

Con l'assemblea, i lavoratori della Provincia di Treviso, presenti oltre un centinaio di dipendenti, vogliono porre all'attenzione degli attori istituzionali, delle forza politiche e dei cittadini alcuni temi che si inseriscono nell'attuale dibattito sul riordino degli assetti istituzionali e che, come sottolinea il Sindacato, va oltre il solo Ente Provincia. "Un dibattito – ha detto Giacomo Vendrame, segretario generale CGIL di Treviso - che finora si è svolto inseguendo schemi diversi, spesso strumentali alla politica e non ad avviare un vero cambiamento in positivo. Non è un problema il riassetto, non è un problema la semplificazione, così come non rappresenta per noi un problema il contenitore, seppure ci appare quantomeno discutibile modificare la Costituzione a colpi di decreti legge, dalla Spending Review fino all'ultimo recante "Disposizioni urgenti in materia di Province e Città metropolitane", sul quale peraltro spetterà alla Corte Costituzionale esprimersi".

"Manovre che hanno pesantemente tagliato i trasferimenti incidendo sulla capacità reale di garantire i servizi pubblici, e che coinvolgerà non solo Regioni, Province e Comuni, ma anche i lavoratori degli Uffici Territoriali dello Stato – Prefetture e Questure – delle Camere di Commercio e delle altre Autonomie Locali. Manovre – ha continuato Vendrame - che sembrano celare il vero programma di questo Governo: il taglio del costo del personale attraverso i licenziamenti collettivi, il "dimagrimento" delle funzioni svolte dal pubblico, il venir meno dell'elemento sussidiario nell'erogazione dei servizi erogati al cittadino".

"L'ipotesi di adesione di Treviso alla città metropolitana rappresenta un'opportunità che gli Amministratori Locali non debbono sottovalutare. Inoltre – ha aggiunto Vendrame - riteniamo che verificate le funzioni assunte dalla Regione e quelle da trasferire agli enti locali o alla città metropolitana, sia improrogabile partire proprio dal territorio, e definire per la Marca 7 macro-aree (Treviso e cintura, Castellana, Montebellunese, Asolano e area-pedemontana, Vittoriese, Coneglianese, Opitergino-Mottense) all'interno delle quali i Comuni di maggiori dimensioni possano diventare capofila dell'aggregazione dei comuni limitrofi".

"I trasferimento di funzioni dovranno allora essere contestuali al trasferimento di risorse umane, finanziarie e strumentali. Aggregazione non significa soppressione – ha sottolineato Ivan Bernini della FP CGIL di Treviso - razionalizzare, infatti, ha un senso se si parte dagli organi di Governo pur mantenendo i presidi vicini alla comunità e i servizi di diretto utilizzo da parte dei cittadini. Ma su questo punto non ci sono ancora chiarimenti e il rischio, dati i nuovi stringenti vincoli di spesa, è che né enti locali, né Regione né Città Metropolitana potranno salvaguardare più gli attuali posti di lavoro. In altre parole, che si svuoti la Provincia, si trasferiscano funzioni ai Comuni ma che infine non si mettano questi ultimi nelle condizioni materiali e finanziarie di poterle svolgere. I lavoratori della Provincia – ha continuato Bernini - ritengono grave che la Regione non abbia tenuto in nessuna considerazione gli elementi posti al presidio del 18 ottobre scorso e che continui una discussione incentrata su campanilismi e strumentalizzazioni politiche, senza minimamente tener conto delle ricadute sull'occupazione e sui servizi di quei cittadini che a parole dicono di voler difendere".

"È a rischio la tenuta dei servizi di fronte ai crescenti bisogni della cittadinanza. Sono a rischio centinaia di posti di lavoro di trevigiani, giovani e meno giovani, che hanno messo la loro professionalità e competenza, troppe volte svilita e quasi mai valorizzata, a servizio della collettività. Attendiamo senso di responsabilità da parte degli organi di Governo e chiediamo alla Regione, apparsa fino ad oggi chiusa in discussioni autoreferenziali, di convocare un tavolo con i rappresentanti delle Autonomie Locali e con le parti sociali per elaborare un progetto di riassetto che garantisca l'esigibilità dei servizi al cittadino in un'ottica di miglioramento, di efficacia e di efficienza. Per questo – ha concluso Vendrame - è indispensabile in un momento di trasformazione come questo verificare anche numero, tipologia e utilità delle tante Società (controllate, partecipate, in house…) e la possibilità di razionalizzarle dentro una logica di unitarietà del servizio, oltre che in una riduzione della frammentazione operata con le esternalizzazioni".

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