La segreteria confederale della CGIL Treviso lancia un appello a istituzioni, scuola e famiglie affinché si possa iniziare serenamente l’anno scolastico nell’anno dell’emergenza coronavirus. Richiamando tutti alla responsabilità.
“A quindici giorni dall’inizio dell’anno scolastico non possiamo aspettare oltre. Dobbiamo mettere da parte le polemiche, le accuse, le recriminazioni e le speculazioni politiche. Questo è il momento della responsabilità e della collaborazione. E serve lo sforzo di tutti - spiegano dalla segreteria provinciale della CGIL e dalle sigle interessate, FILT e FLC su tutte - perché come sindacato siamo convinti che riaprire le scuole in sicurezza sia possibile.
È possibile iniziare l’anno scolastico anche se sappiamo che il rischio zero non esiste, perché l’unico vero rischio è non riaprire. È possibile riorganizzare il trasporto scolastico in sicurezza, con mascherine e igienizzante, aumentando il numero dei mezzi anche senza moltiplicare corse e orari. È possibile gestire entrate ordinate e scaglionate, sfruttando al massimo tutte le entrate degli edifici, misurando la febbre all’ingresso come si fa nelle aziende. È possibile utilizzare al meglio gli spazi delle aule, provando a evitare il più possibile l’obbligo della mascherina durante le lezioni, areando e sanificando spesso. È possibile anche utilizzare la didattica a distanza in casi di assoluta necessità, per affrontare focolai o particolari affollamenti. Ed è possibile che la Regione, con il dipartimento di Prevenzione dell’Ulss, supporti i referenti scolastici di ogni plesso e attivi medici di medicina generale e pediatri per far funzionare il sistema della prevenzione e della protezione dai contagi.
Tutto questo è possibile se si smetterà la battaglia politica, se finirà lo scaricabarile tra Comuni, Regione e Ministero, ma anche aziende di trasporto, docenti e famiglie. Tutto ciò è possibile se il mondo degli adulti dimostrerà quanto tiene alla nostra scuola: gli insegnanti trasmettano l’importanza delle norme di precauzione per gli alunni e per tutto il personale scolastico effettuando i test e segnalando i rischi, le famiglie dimostrino responsabilità non mandando a scuola figli malati. Le istituzioni dimostrino di essere vicine alla scuola, di comprendere le esigenze delle famiglie senza scendere in burocrazie a volte lontane dalla realtà. Il tutto con il massimo dell’attenzione alla sicurezza sanitaria.
La sospensione delle attività scolastiche nel 2020 ha alterato la vita relazionale dei più giovani proprio nel momento della crescita e della formazione. Ecco perché non possiamo permetterci ulteriori rinvii della ripresa, che dovrà avvenire in un complesso equilibrio tra sicurezza e benessere sociale ed emotivo. Un equilibrio possibile.
C'è bisogno di collaborazione attiva tra scuola, studenti e famiglie per raggiungere l'obiettivo della riapertura come esigenza sociale e costituzionale di diritto allo studio. Tutti facciano la loro parte con senso di responsabilità e spirito di collaborazione, solo così eviteremo nuovi lockdown con tutte le conseguenze che conosciamo”.
Ufficio Stampa