"Partecipazione agli utili, parlarne ora è una fuga dalla realtà". Barbiero : "Nodo da affrontare, ma le priorità ora sono altre".
Il segretario: "Prima bisogna creare le condizione perché le imprese tornino a fare profitti, operando con vere azioni anticicliche, a salvaguardia del patrimonio di impresa e dei posti di lavoro. Siamo pronti al confronto costruttivo, senza dimenticare che la questione salariale ha però soprattutto a che fare soprattutto con la qualità della produzione"
"Surreale, una fuga dalla realtà, pensare adesso alla partecipazione agli utili per i dipendenti, in una fase in cui l'impresa di utili non ne fa, anzi i conti sono largamente in rosso. Il dibattito sulla riforma della contrattazione è una cosa seria, ma quella proposta non batte il ritmo dell'attualità economica. Oggi serve misurarsi urgentemente su manovre anticicliche finalizzate alla difesa del tessuto produttivo e dei lavoratori, una task force di intelligenza politica per battere la recessione, creare presupposti di nuova crescita e, soprattutto, che impedisca che i costi della ristrutturazione economica vengano pagati largamente dai lavoratori dal lavoro dipendente e da quello precario".
Lo ha detto oggi Paolino Barbiero, segretario generale della Cgil provinciale di Treviso, commentando i contenuti della proposta di legge che ha come oggetto nuove regole di rapporto tra impresa e dipendenti, tra cui anche la partecipazione agli utili.
"Tutto quello che serve a migliorare la condizione salariale va preso in considerazione ha detto Barbiero così come è interessante, forse addirittura necessario, un ragionamento sui rapporti fra datori di lavoro e dipendenti e su un nuovo modo di essere del capitalismo moderno. Detto questo, attenzione ai rischi di aleatorietà che potrebbero pesare sul salario: ad esempio se il management sbaglia scelte, se un certo prodotto non funziona sul mercato per ragioni che prescindono dalla produttività del lavoro, come si ammortizza il danno salariale dei dipendenti di quella impresa?"
"E' una questione complessa. Io non mi tiro indietro, la sfida è stimolante e la posta in gioco alta. Ma parlare oggi di queste cose, in piena recessione, con le aziende stritolate da un lato dalla crisi dei mercati, dall'altro dalla stretta del credito, mi sembra una fuga dalla realtà". "E non può sfuggire ha aggiunto Barbiero il fatto che la questione salariale non riguarda solo l'organizzazione dell'impresa e i rapporti industriali, ma ha a che fare anche con la qualità della produzione: se oggi i nostri stipendi sono bassi la ragione sta anche nella qualità dei nostri prodotti. Basse performance nel mercato comportano e necessitano bassi stipendi, in una logica di low cost salariale per recuperare livelli minimini di competitività e redditività. Piuttosto, si faccia un ragionamento di sistema sulla contrattazione di secondo livello, ponendosi l'obiettivo di diffonderla anche nella realtà più piccole, superando la contrattazione individuale fondata sulla concessione di superminimi".
"La priorità di oggi ha concluso Barbiero è uscire dalla crisi e farlo senza lasciarsi dietro le macerie. Quindici mesi di economia in panne ci consegneranno un 2010 in cui si rischiano nuove pulsioni alla riorganizzazione attraverso delocalizzazioni e che si caratterizzerà come stagione di difficili trattative per il rinnovo di gran parte dei contratti. Le energie del Governo, prima della partecipazione, andrebbero impiegate per creare le condizioni afinchè gli utili si tornino a fare".
Ufficio Stampa