Edifichiamo con mattoni di cristallo la Sanità Veneta.
Gentile Direttore,
le inchieste che le magistrature stanno svolgendo in questi anni e che
hanno portato agli arresti numerosi protagonisti del mondo politico,
amministrativo, imprenditoriale, finanche a soggetti appartenenti alle
Istituzioni che garantiscono la giustizia nel Paese,
svelano
inquietanti scenari di illegalità e corruzione diffusa, e per certi
versi tollerata, che opera in tutti i settori economici e produttivi
del nostro territorio.
Le inchieste sull'EXPO di Milano, sul MOSE di
Venezia, rappresentano forse la punta di un iceberg di un sistema
perverso di realizzare le opere pubbliche o a rilevanza pubblica in
Veneto e più in generale nel Nord.
Dalla pedemontana Veneta, al passante di Mestre, alle bonifiche
dell'area di Marghera o al giro di affari che ruota attorno al campo
della sanità, sia per quanto attiene all'edilizia ospedaliera che per
quanto riguarda acquisti di servizi e forniture, nulla potenzialmente
è immune dall'avidità e dalla delinquenza, anche da quella
organizzata.
Non può più essere solo la voce di chi rappresenta i lavoratori
sfruttati da questi meccanismi clientelistici e malavitosi, come nei
casi eclatanti della logistica e del facchinaggio, a denunciare questa
aberrante situazione.
Ci sia, prima di sprofondare ancora più in
basso, uno scatto di reni. Tutti gli attori istituzionali, a tutti i
livelli, si assumano la responsabilità di migliorare le normative
sugli appalti, di ripristinare il reato di falso in bilancio, di
varare una seria legge anticorruzione che preveda controlli e
inasprisca le pene. Il malaffare e la corruzione sono problemi
complessi con i quali facciamo i conti da lungo tempo, e deve essere
chiaro a tutti che anche nuove buone regole non saranno sufficienti se
non abbiamo la volontà e la caparbietà di affrontare la questione
sotto il profilo culturale, di tirare una linea col passato ed
edificare le nostra economia, la politica, il governo del territorio
con mattoni di cristallo. Per fare questo serve un impegno di tutti i
soggetti istituzionali, economici e sociali, sindacato compreso.
La corruzione ha un impatto importante sulla spesa pubblica, un
fenomeno che altera la percezione dell'utilità della spesa pubblica
stessa, dissuade gli investimenti nel nostro Paese, demolisce la
fiducia dei cittadini nelle Istituzioni, indebolendo ulteriormente
democrazia e coesione sociale, mette a rischio il lavoro già
fortemente compromesso, esclude il mondo sano delle imprese e della
cooperazione.
La cultura della legalità, la responsabilità che sta in
capo a ogni singolo cittadino, deve maturare nell'insieme della
società. Diversamente non sarà possibile trasformare un sistema che si
regge su una tolleranza diffusa o su un generico sentimento di
indignazione che dura lo spazio di un momento.
L'ex Direttore alla Sanità veneta risulta tra gli indagati e proprio
perché il 75% del bilancio regionale è composto da spese che
riguardano la sanità, e che gli appetiti attorno a tale giro di affari
non mancano,
come CGIL riteniamo importante che la Regione Veneto
operi una messa in piena trasparenza sui progetti che si sono fatti in
questi anni nel campo dell'edilizia sanitaria pubblica e nella lunga
filiera del settore sanitario, anche sul nostro territorio. Non
vogliamo diffondere la cultura del sospetto, anzi vogliamo proprio
evitarla, dando trasparenza all'agire pubblico di soggetti
istituzionali e privati.