Il 26 e 27 settembre due giorni di iniziative intense con la Cgil Treviso. Venerdì seminario all'Auditorium Santa Croce con il segretario nazionale confederale Megale e presentazione del libro "Bruno Trentin, dalla guerra partigiana alla Cgil", sabato mattina incontro con i cittadini in 8 piazze del trevigiano.
Cgil, venerdì e sabato si discute di tutela individuale.
Diritti sociali, integrazione multiculturale, benessere comune.
In una parola, la tutela individuale come vista e attuata dalla Cgil di Treviso.
Se parlerà nel corso di un seminario, in programma il venerdì 26 settembre alle ore 9.00 presso l'Auditorium Santa Croce in Riviera Garibaldi 13/E a Treviso, a cui parteciperà anche il segretario confederale della Cgil, e presidente dell'Ires, Agostino Megale.
Nel pomeriggio di venerdì, a partire dalle ore 16.30, è inoltre prevista la presentazione del libro "Bruno Trentin, dalla guerra partigiana alla Cgil", una raccolta di materiali scritti e fotografici, in parte inediti, curata da Iginio Ariemma e Luisa Bellina.
"Tra le questioni principali che la società trevigiana è chiamata ad affrontare vi è l'integrazione multietnica dei lavoratori migranti, ha proseguito Barbiero, tanto più se si confermerà che gli immigrati sono una risorsa indispensabile per il sistema produttivo locale, così come per il comparto dell'assistenza sociale, anche in ragione delle dinamiche demografiche che si registrano nella Marca. Sono processi che riescono solo se si compone il binomio costruttivo "diritti e doveri" ed è proprio questa la cultura della solidarietà, dell'accettazione e della responsabilità che la Cgil trevigiana sta tentando di promuovere".
"Il nostro orizzonte è quello del benessere diffuso, ha continuato Barbiero, da realizzare con un welfare attivo che sappia mettere insieme uguali opportunità e uguali diritti, tenuto insieme dal collante della solidarietà. Oggi si tende a pensare che la realizzazione del federalismo sia la miglior risposta per risolvere i problemi economici della società, ma bisogna guardare avanti perché il federalismo rischia di non rappresentare un salto di qualità per tutti, né può essere spacciato per sinonimo di nuovo benessere diffuso se non si ripensa il modello di produzione e redistribuzione della ricchezza proprio a livello locale".