La ripresa ma...
La ripresa, abbozzata nel primo semestre 2018, e i suoi riflessi sull’occupazione della Marca Trevigiana sono segnali positivi che a lungo abbiamo atteso. Non per questo possiamo dormire sugli allori, non solo per la durata e la gravità della crisi che abbiamo appena attraversato, ma anche per le tante incognite che la fine dell’anno porta con sé.
In uno scenario internazionale sempre più complesso – come le tensioni commerciali che rischiano, con la reintroduzione dei dazi, di avere ricadute fortemente negative sull’economia globale e nazionale –, l’Europa dovrà trovare risposte comuni, forti e coraggiose, e rilanciare rapidamente la propria capacità di mediazione politica, mentre l’Italia sarà alle prese con la legge di bilancio.
Con il nervosismo attorno al nostro debito pubblico che continua a salire, si avvicina, dunque, il momento della verità per il governo giallo-verde, atteso alla prova dei fatti sulle tante promesse elettorali lanciate separatamente dalle sue due compagini, dalla flat tax alle pensioni, al reddito di cittadinanza. La speranza è che nel frattempo la ripresa economica si consolidi, dando spinta all’occupazione sia in termini di quantità – più posti di lavoro, come emerge dai primi dati dell’anno, e tassi di disoccupazione normalizzati – che di qualità – stabilizzazione dei rapporti di lavoro, aumenti salariali e investimenti su formazione, salute e sicurezza.
Se le incertezze dal punto di vista dell’economia e dell’occupazione non svaniscono, quello su cui il nostro territorio dovrebbe iniziare a interrogarsi è quel dato certo, quello demografico, che vede la popolazione italiana, e quella trevigiana, essere sempre più anziana. La nostra provincia ha situazioni che variano da comune a comune, ma in generale negli ultimi dieci anni gli over 65 sono cresciuti in modo esponenziale e oggi rappresentano un quinto della popolazione. Segno che le nascite continuano a diminuire ma che si vive più a lungo. Quali conseguenze tale dinamica comporta? Nodi complessi che il sistema del welfare deve affrontare oggi, anzi, su cui è già in ritardo: sanità, de-istituzionalizzazione dell’assistenza agli anziani, ma anche politiche per la famiglia e strumenti integrativi adeguati. Il nostro territorio deve prepararsi a questa evoluzione e deve farlo generando la ricchezza necessaria, il lavoro, per garantire funzionali risposte ai bisogni.
Non a caso parliamo di famiglie, non a caso parliamo di lavoro, perché mantenere in equilibrio
il sistema economico e sociale significa investire nel sistema stesso. È tempo che la politica, a livello nazionale ma anche locale, prenda spunto dalla ripartenza del settore privato e dia gambe al comparto pubblico, in particolare proprio alla sanità integrata al sociale, impegnando risorse per l’innovazione e l’occupazione.
Treviso, 14 settembre 2018
Vendrame Giacomo
Segretario Generale CGIL TREVISO