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Sanità, il PSSR non parte. Stop del Ministero alle Medicine Integrate

Comunicati Segreteria - 14/04/2018

Saltato il fulcro della programmazione, CGIL sulle barricate ma pronta al confronto
Sanità, il PSSR non parte. Stop del Ministero alle Medicine Integrate
I vertici del Sindacato: “Lavoratori, anziani, utenti, i nodi della Sanità coinvolgono tutti i trevigiani e se non si risolvono graveranno sull’intera popolazione. Finito il tempo delle attese”

 

 

A sei anni dalla Legge regionale di programmazione sanitaria capiamo oggi che probabilmente è stata tutta una beffa. All’indomani della decisione del Ministero dell’Economia di bocciare il progetto di avvio delle Medicine di Gruppo Integrate* previste dal PSSR, fulcro dell’intera riorganizzazione del sistema salute sul territorio, la CGIL trevigiana punta il dito contro la Regione del Veneto per gli sbalorditivi ritardi e le gravi negligenze ai danni dell’utenza e della popolazione della Marca.

“Quando è stato presentato il PSSR, era il 2012, come Sindacato si sono condivisi gli obiettivi generali posti dalla Regione e, pancia a terra, ci si è messi subito a lavorare, analizzando la situazione in provincia di Treviso per definire proposte migliorative e dare risposta ai bisogni di salute, anche quelli emergenti, della popolazione - ripercorre il leader della CGIL Giacomo Vendrame -. Siamo consapevoli che quando si mette strutturalmente mano a un sistema complesso e articolato come quello socio-sanitario ci vogliono tempo, risorse e gli aggiustamenti necessari, ma dopo sei anni poco o nulla è stato fatto, tutto è ancora ai nastri di partenza… e così la beffa (ai trevigiani) è servita”.

“I nostri anziani, le fasce più deboli della società trevigiana, non possono più aspettare, ogni ritardo nell’attuazione degli interventi previsti è un gancio a chi ha più bisogno - tuona Paolino Barbiero, segretario generale dei Pensionati della CGIL provinciale -. Degli ospedali di comunità non c’è traccia, in attesa della riforma delle IPAB il numero delle impegnative di residenzialità nelle case di riposo è sempre lo stesso, le liste di attesa si allungano e anche le persone più anziane sono costrette a spostarsi tra i diversi ospedali della provincia, se non addirittura, quando ne hanno la possibilità, a ricorre direttamente al privato. Per non parlare poi dei milioni di euro destinati ai medici di base per creare le medicine di gruppo, le stesse bocciate oggi dal Ministero”.

“Personale sanitario, tra l’altro sempre più vecchio (dei 9mila dipendenti oltre il 46% supera i 50 anni di età), spremuto fino all’osso con turni estenuanti, ferie e permessi che saltano, costretto a farsi in quattro per mantenere in piedi i servizi nonostante la cronica carenza numerica - scorre la lista delle mancanze Ivan Bernini, segretario generale della FP CGIL di Treviso -. La programmata e mai attuata Sanità sul territorio aveva riacceso tra il personale le speranze, in particolare, quelle di snellire i pronto soccorso e sfoltire le corsie dei reparti. Dopo aver dedicato troppo tempo all’architettura istituzionale, con la fusione delle Ulss e la nascita dell’Azienda Zero, che la Regione cominci a investire sul lavoro, sui propri dipendenti, concretizzando quelle “promesse” scritte nella legge del 2012, che andavano a valorizzare questo grande patrimonio pubblico che deve essere messo a disposizione dei cittadini”.

“Dalla Direzione Generale dell’Ulss abbiamo registrato disponibilità al confronto e voglia di lavorare su alcune questioni per rilanciare il sistema salute nella Marca - conclude Giacomo Vendrame -, al fine di reggere l’impatto che lo scenario demografico avrà sul sistema, anche di profilo sociale, per certi versi dalla crisi, e che sta già determinando disuguaglianze nella popolazione. Servono allora decisione, capacità di dialogo con tutti i soggetti coinvolti e risorse. La CGIL trevigiana continuerà, come ha fatto in questi anni, a interloquire e a proporre soluzioni, pronta però come sempre ad arrivare anche alla protesta… perché il tempo è esaurito”.

 

Ufficio Stampa

 

NOTA

*Sulla base della rilevazione della Corte dei Conti, il Mef, che dà indicazioni di tipo finanziario e di sostenibilità economica, ha bocciato il progetto veneto delle medicine di gruppo integrate perché troppo oneroso per le casse dello Stato e per i vincoli di finanza pubblica. Dunque dallo Stato non arriveranno le risorse necessarie. A seguito di tale bocciatura, per la Regione Veneto, che aveva già stanziato 25milioni di euro, le medicine integrate vengono abbandonate punto e basta.


Barbiero Paolino
Segretario Generale SPI CGIL TREVISO


Bernini Ivan
Segretario Generale FP CGIL TREVISO


Vendrame Giacomo
Segretario Generale CGIL TREVISO