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COMUNICATO FP FUNZIONE PUBBLICA

Comunicati Segreteria - 04/10/2013

Precisazione in merito a maternità e permessi nelleIPAB trevigiane.
"L'omogeneizzazione dei trattamenti, anche alla luce dell'accorpamento di INPS e INPDAP, andrebbe fatta e non siamo assolutamente contrari, anzi, ad ipotesi di questa natura".
Lo ha detto Ivan Bernini, segretario generale della Funzione Pubblica CGIL di Treviso, precisando le proprie posizioni in merito ai costi sostenuti dalle IPAB della Marca per maternità e permessi.

"Servirebbe, infatti, una norma nazionale che omogeneizzasse i trattamenti, ma su questo aspetto proprio gli Enti Pubblici, nel passato, si erano detti contrari.
Oggi, invece, molti soggetti stanno cambiato parere. In ragione di quanto affermato dal presidente delle Opere Pie d'Onigo – sottolinea Bernini - la Regione, almeno fino alla gestione dell'Assessorato alle Politiche Sociali Valdengamberi, trasferiva una quota, oltre a quellasanitaria, alle IPAB, proprio per far fronte ai pagamenti di maternità e malattie e non determinare sofferenze di bilancio o interventi sulle rette. Quota allora riconosciuta proprio per l'alta incidenza di giovani donne nel totale del personale e non più stanziata dall'attuale Assessore".

"Nel considerare l'onere determinato sui bilanci dal pagamento diretto, i presidenti delle IPAB dovrebbero anche definire il saldo complessivo che si definirebbe nel caso in cui cominciassero a versare i contributi, elemento questo sul quale vi sono state resistenze in passato. – Ha aggiunto Bernini – da parte dei presidenti è necessaria, oggi più che mai, una riflessione in merito all'opportunità di aggregare soggetti, competenze, esperienze e professionalità, con l'obiettivo di una maggior integrazione nella rete pubblica dei servizi socio-sanitari, anche definendo specializzazioni in ragione di quanto previsto nel nuovo Piano Socio Sanitario Regionale".

"Molti presidenti e soggetti politici regionali, invece, tendono a spingere alla trasformazione delle IPAB da soggetto pubblico a soggetto privato. Ecco – ha concluso Bernini - ci pare che la privatizzazione, anche alla luce di fatti recenti, non sia propriamente la risposta corretta ai crescenti bisogni di assistenza della popolazione".