INTERVENTO
Competenze e salari le sfide per consolidare l'economia trevigiana
I dati economici della provincia di Treviso presentati all'osservatorio economico provinciale danno segnali confortanti: si consolida la ripartenza dell'economia, crescono la fiducia delle imprese, i fatturati e le esportazioni del manifatturiero, il turismo... tutti indicatori che fanno ben sperare. Ma è proprio in questi frangenti che non bisogna abbassare la guardia, perché è troppo facile correre il rischio di “essere felici per il tetto che non perde quando splende il sole”. Lontani da qualsiasi pessimismo, vogliamo cogliere la sfida di consolidare la situazione pensando al futuro. Ci sono degli aspetti che non possiamo sottovalutare se vogliamo ritornare a essere un territorio all'altezza del suo passato. E ci troviamo davanti a due sfide.
La prima è quella delle competenze, perché è sempre più strategico programmare e ragionare non solo sulle competenze necessarie al nostro sistema economico sociale di oggi, ma a quello di domani. Nel contesto di evoluzione tecnologica e concorrenza pressante, è fondamentale garantire una formazione continua che assicuri competenze all'impresa e aumenti la professionalità del lavoratore. Sia per chi nel mondo del lavoro è già dentro, sia per chi deve entrarci.
La seconda sfida è una diretta conseguenza della prima: salari e investimenti. Non c’è crescita se non si ragiona su questi due fattori. Per competere, l'impresa deve essere pronta ad alzare le condizioni di lavoro offerte. Prospettive chiare e condizioni ragionevoli costruiscono quell’investimento nelle persone che si è perso negli anni di crisi e che oggi non si vuole riprendere fino in fondo. Non è questione di “fare gavetta”: i lavoratori, anche quelli “nuovi”, sono pronti a fare la loro parte, a prendersi le loro responsabilità, a impegnarsi seriamente e duramente, ma chiedono condizioni che garantiscono la possibilità di esprimersi al meglio sul posto di lavoro e che garantiscono un minimo di sostenibilità nelle proprie scelte personali e di vita. Altrimenti non stupiamoci se sceglieranno di impegnarsi altrove. Dopotutto, è stato loro insegnato che l'ambito in cui si muove l'impresa è il mondo intero, quindi perché non dovrebbe esserlo anche per il lavoro stesso e per le persone?
di Giacomo Vendrame
Vendrame Giacomo
Segretario Generale CGIL TREVISO