
La Legge 106/2025 introduce alcune novità che estendono la Legge 104/1992 in materia di assistenza e disabilità e allargano le tutele per chi affronta patologie gravi, malattie croniche o rare, oppure assiste i figli in condizioni di disabilità o fragilità. Un intervento che dovrebbe rendere il welfare più inclusivo, ma che al momento presenta ancora molte criticità e misure probabilmente insufficienti. Di seguito le due principali novità introdotte.
Da agosto 2025 i lavoratori dipendenti, pubblici o privati, con malattie oncologiche, invalidanti o croniche (anche rare), che comportino un’invalidità pari o superiore al 74% possono richiedere un congedo non retribuito di durata massima pari a 24 mesi, da utilizzare in modo continuativo o frazionato. Al termine del congedo, il lavoratore potrà chiedere di lavorare in modalità agile (smart working), se compatibile con le proprie mansioni, con una corsia preferenziale rispetto ad altri colleghi.
Durante il periodo di congedo:
Per i lavoratori autonomi è invece prevista la possibilità di sospendere incarichi continuativi fino a un massimo di 300 giorni.
Dal 1° gennaio 2026, in determinate situazioni si potranno richiedere 10 ore annue di permesso retribuito (con copertura contributiva) per effettuare visite, esami o cure mediche frequenti prescritte dal medico di base o da uno specialista.
Potranno usufruirne:
L’indennità economica sarà erogata e conguagliata dal datore di lavoro, secondo le regole già previste per le assenze per malattia.
Le nuove misure si aggiungono alle tutele già esistenti. In particolare, resta in vigore il congedo retribuito per cure (previsto dal DLgs. 119/2011), che consente ai lavoratori con una riduzione della capacità lavorativa superiore al 50% di assentarsi fino a 30 giorni all’anno, anche in modo frazionato, per sottoporsi a cure necessarie e non rinviabili legate alla propria condizione di salute.
Pur rappresentando un passo avanti, la Legge 106/2025 presenta alcune criticità segnalate dalla CGIL: