Di seguito si riportano le principali opzioni per andare in pensione nel 2024, riassunte anche nella tabella in allegato e segnalate in rosso le novità. Si ricorda che le informazioni hanno carattere generale e ogni caso va valutato individualmente: per verificare la tua posizione e procedere con l'eventuale domanda, rivolgiti alla CGIL. Chiama il numero 0422 4091 - tasto 3 o invia una email a treviso@inca.it (oggetto, nome, cognome, telefono) e fissa un appuntamento al Patronato INCA.
Misura prorogata con consistenti modifiche: l’adeguamento delle finestre mobili, l’abbassamento della soglia di pensione parametrata al trattamento minimo, che passa da 5 a 4 volte, e il calcolo della prestazione determinato secondo le regole del sistema contributivo, definitivo per sempre. Si va in pensione con 62 anni d’età e 41 anni di contributi, con finestra mobile di 7 mesi per i lavoratori dipendenti privati e autonomi e di 9 mesi per quelli pubblici. I requisiti vanno maturati entro il 31/12/2024. Attenzione, fino al compimento dell’età per la pensione di vecchiaia (67 anni) è preclusa la possibilità di continuare a lavorare, fatte salve le prestazioni da lavoro autonomo occasionale entro un tetto massimo di 5.000 €/anno.
Opzione donna
Misura prorogata con le stesse restrizioni dello scorso anno, che ne avevano modificato in modo sostanziale il contenuto, e l’irrigidimento dei requisiti anagrafici.L'opzione è riservata alle lavoratrici donne che hanno raggiunto i requisiti entro il 31/12/2023 e vanno in pensione con il calcolo contributivo. Per tutte si va in pensione con 35 anni di contributi (34 anni, 11 mesi e 6 giorni per le lavoratrici ex Inpdap, FS e Poste), mentre l'età anagrafica varia a seconda della condizione:
Mantenute le finestre mobili di 12 mesi per le dipendenti e di 18 mesi per le autonome. Per il perfezionamento del requisito contributivo sono esclusi i contributi di disoccupazione e malattia.
Misura prorogata con adeguamento del requisito anagrafico e importo erogato fino a un massimo di €1.500 mensili per i primi 12 mesi di assegno. L’opzione è riservata a lavoratori privi di una pensione diretta in Italia o all’estero, in particolari situazioni soggettive e/o appartenenti ad alcune specifiche categorie:
Si va in pensione a 63 anni e 5 mesi d’età con:
È necessario maturare i requisiti entro il 31/12/2024. Le domande vanno presentate entro il 31 marzo o il 15 luglio e comunque non oltre il 30 novembre. Per le donne il requisito contributivo è ridotto di 12 mesi per ogni figlio, con il limite massimo di 2 anni.
Fino a tutto il 2026 (Decreto MEF del 18/07/2023, in GU n.243 del 17/10/2023), si va in pensione con 67 anni di età e 20 anni di contributi. Nel calcolo contributivo la soglia di accesso della pensione è stato ridotto a 1 volta l’importo dell’assegno sociale. In alternativa, a prescindere dall'importo soglia, si va in pensione a 71 anni di età e 5 anni di contribuzione effettiva.
Misura standard per la quale resta congelato l’adeguamento dell’aspettativa di vita dei requisiti fino al 31/12/2026 (Legge n.26 del 28/03/2019, in GU n.75 del 29/03/2019).
Con il calcolo retributivo/misto si va in pensione a prescindere dall’età anagrafica con 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini, 41 anni e 10 mesi per le donne e 41 anni per i lavoratori precoci, ma con finestra mobile di 3 mesi.
Con il calcolo contributivo, si va in pensione sempre con 64 anni d'età e 20 anni di contributi, ma anche qui è stata introdotta una finestra mobile di 3 mesi, nonchè portata a 3 la soglia di accesso parametrata all'importo dell'assegno sociale (per le donne: 2,8 con un figlio e 2,6 con due o più figli).