IL DIRETTORE GENERALE DELL’ULSS AFFERMA “PUNITI NON SOLO I FURBETTI MA ANCHE I MALEDUCATI”
Non è una novità. Noi della FP CGIL riteniamo che proprio perché i lavoratori della sanità pubblica lavorano con le persone ed erogano un servizio pubblico, debbano essere particolarmente rigorosi nel rispettare le regole scritte e quelle non scritte (dalla cortesia all’educazione). Pensiamo anche che proprio perché a loro si rivolgono persone che “non sono in salute”, ed accanto a problemi fisici presentano anche un disagio derivato dalla malattia e dalle ansie che questo comporta, debbano avere ancora maggior cura delle relazioni e dei rapporti interpersonali.
Allo stesso modo nelle relazioni serve reciprocità. Il rispetto esige rispetto. Come l’educazione. Smettiamola di dividere il mondo in buoni o cattivi, troppo facile.
I lavoratori della sanità non sono robot che possono schiacciare un bottone e stampare sui propri visi dei sorrisi. Sono anch’essi persone che si caricano quotidianamente dei problemi altrui e convivono con le sofferenze, con il dolore e con la morte. E che talune volte, timbrato il cartellino d’uscita, si trovano a vivere le stesse condizioni di chi hanno assistito fino a un minuto prima.
Per questo anziché “agitare” il tema dei provvedimenti disciplinari sarebbe maggiormente utile che questi lavoratori fossero aiutati prevenendo le situazioni che possono generare determinate reazioni. Aiutati con la formazione sulla gestione dei conflitti e delle relazioni, per esempio, ma anche aiutati per poter gestire tutta l’ansia, la sofferenza ed il dolore che si carica nelle loro spalle. O si pensa, forse, che tutto questo possa essere gestito autonomamente dal singolo lavoratore non pensando che a forza di “caricarsi tutto su di sè” possa esplodere ed ammalarsi anch’esso? Tenendo presente che pazienti e familiari trovano loro davanti e a loro si rivolgono. Nel bene e nel male. Perché spesso diventano i parafulmini di tutto quello che non funziona e l’oggetto della denuncia e della lamentela anche quando non dipende da loro.
Aiutati, ancora, mettendoli nelle condizioni di “poter lavorare con il sorriso”, magari evitandogli lo stress determinato dalle condizioni in cui stanno lavorando, evitandogli ore su ore di lavoro continuo, di riposi e ferie saltate. Passate per una qualsiasi medicina o geriatria o lungodegenza in questi giorni e osservate le condizioni di lavoro di chi assiste le persone ricoverate. Poi chiedetevi se in quelle condizioni è semplice lavorare con il sorriso.
Ivan Bernini, Segretario Generale FP CGIL
Bernini Ivan
Segretario Generale FP CGIL TREVISO