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ULSS vs medici, Bernini: “Stop alla guerra santa”

Comunicati Fp - 14/04/2016

 

La FP CGIL di Treviso: “Riorganizzare strategicamente l’accesso al PS utilizzando le competenze e le professionalità presenti sul territorio significa offrire un servizio alla collettività”
ULSS vs medici, Bernini: “Stop alla guerra santa”
Il segretario generale Ivan Bernini: “Il triage avanzato è un’esperienza che funziona, bene operare in questa direzione anche nel trevigiano. Le medicine di gruppo non ancora attive sono un’altra questione”

 

“Il triage avanzato è una formula operativa già utilizzata all’estero e in alcune zone d’Italia e del Veneto con buoni risultati, bene che si vada in questa direzione”. Questa la posizione espressa da Ivan Bernini, segretario generale FP CGIL di Treviso, relativamente all’apertura dell’ambulatorio codici bianchi nei Pronto Soccorso delle Ulss trevigiane, a partire dall’Ulss 9 di Treviso, che correttamente si chiama “Ambulatorio di triage avanzato o Area Infermieristica avanzata”. Un’operazione che però “sta assumendo il carattere di una sorta di guerra santa tra Direzione Strategica e parte delle Associazioni Mediche”.

L’avvio di tale procedura, che nel trevigiano rappresenta una prima sperimentazione, è stata promossa dal Coordinamento Regionale Emergenza e Urgenza che ha istituito un tavolo composto da un Medico e da un Infermiere per ogni Unità Operativa di Pronto Soccorso del Veneto ed elaborato un documento di indirizzi tecnico-operativi. Si tratta quindi di interventi e procedure che medici e infermieri che operano nell’emergenza hanno inteso e indicato come utili, praticabili e sostenibili anche da un punto di vista giuridico delle responsabilità - ha sottolineato il segretario generale FP CGIL di Treviso -, con l’obiettivo di organizzare al meglio l’intervento nel Pronto Soccorso fornendo una corretta e celere risposta assistenziale e di cura e favorendo lo snellimento dei percorsi e la gestione dei tempi di attesa”.

“La levata di scudi di parte dei medici - aggiunge Ivan Bernini - non tiene conto che il progetto è stato elaborato da loro colleghi ospedalieri che quotidianamente operano nel campo dell’emergenza-urgenza insieme agli infermieri, professionisti laureati e preparati. Gli stessi infermieri che gestiscono l’emergenza e che decidono la priorità di presa in cura e fanno una prima e veloce diagnosi, quelli che stanno dietro al telefono del 118, gli stessi che, sulla base dei protocolli, possono somministrare farmaci, che hanno già dei margini per operare in assenza del medico e, in particolare, che all’estero e in altri territori svolgono già tali funzioni all’interno dei triage avanzati”.

“La polemica dunque non ci sta - sbotta Bernini -. Certo anche la Direzione Strategica, da un certo punto di vista, ci ha messo del proprio, ma resta saldo che il triage di accesso nasce proprio per migliorare e organizzare al meglio gli interventi nei Pronto Soccorso, riconoscendo e valorizzando il lavoro d’equipe professionale che Medici, Infermieri e Operatori sono chiamati a svolgere. Che poi questo si intrecci con l’assenza di strutture territoriali intermedie e delle medicine di gruppo integrate multidisciplinari è parte dell’insieme, ma altra questione - precisa Bernini”.

“Ci vuole grande rispetto nei confronti dei medici ospedalieri e degli infermieri che non meritano di essere sminuiti nella loro professionalità. Non serve la guerra santa - conclude Bernini - ma la responsabilità di riconoscere e organizzare tutti gli attori della salute che hanno competenze e titoli per offrire un migliore servizio alla nostra collettività”.

 

Treviso, 14 aprile 2016

 

Ufficio Stampa

 


Bernini Ivan
Segretario Generale FP CGIL TREVISO