Dal 2010 al 2014 nella sola ULSS 9 tagli al personale per 7milioni, si riduce il numero di dipendenti nella 7 e nella 8
Sanità, OOSS: “Dalla Regione un netto stop ai tagli lineari del Governo”
Le sigle sindacali trevigiane: “Nella Marca, a fonte di un aumento del lavoro, in termini di prestazioni e ore lavorate, in quattro anni calati i redditi dei lavoratori e l’investimento sul personale”
“I dati presentati dalla Ragioneria Generale dello Stato e la relazione della Corte dei Conti non lasciano dubbio ad alcuna interpretazione: in nome della spending review, negli anni che vanno dal 2008 a oggi le manovre dei Governi che si sono succeduti hanno tagliato più la spesa sanitaria legata agli investimenti che quella generata dagli “sprechi” e dalle inefficienze. In mancanza di una netta inversione di tendenza anche il nostro sistema sanitario, trevigiano e veneto, ancora considerato tra i migliori, è destinato a declinare”. Relativamente alla Sanità pubblica, questa è la forte preoccupazione che emerge dalla lettura dei dati trevigiani fatta dalle OOSS FP CGIL, CISL FP e UIL FPL di Treviso che richiamano la Regione Veneto “a farsi portatrice delle istanze del territorio di fronte al Governo e per interrompere quello che appare come un percorso verso la progressiva privatizzazione del sistema”.
“Dal 2010 al 2014, il costo per il personale nelle tre Ulss della Marca si è ridotto, in media, di 3.177.708 euro, meno 7.014.776 euro nella sola Ulss 9. Nonostante siano stati attivati e, in particolare con l’ampliamento delle fasce orarie di apertura all’utenza, riorganizzati alcuni servizi, complessivamente si è registrato nel periodo in esame un incrementato di appena 11 unità, segno meno nelle Ulss 7 e 8. Un incremento medio affermano i segretari generale Ivan Bernini (FP CGIL Treviso), Fabio Zuglian (CISL FPS Belluno Treviso) e Umberto Pinton (UIL FPL Belluno Treviso) - che non copre le maternità (solo nell’Ulss 9 nel 2014 sono state 106), le malattie, i periodi di ferie e tantomeno gli ampliamenti orari. Non parliamo poi dei teorici servizi di prossimità che avrebbero potenziare l’attività nel territorio ma non si sa bene con quale personale”.
“A questo si aggiunge che le retribuzioni medie nelle tre ULSS trevigiane, nel quadriennio, hanno subito una contrazione pari a 200 euro annui per gli infermieri e di 56 all’anno per gli operatori socio sanitari. Una perdita media di retribuzione – continuano Bernini, Zuglian e Pinton - che potrebbe, anche se ingiustificatamente apparire contenuta ma che nella realtà dei fatti lo è, a fronte dell’incremento dei servizi e della mancanza di personale, solo perché i lavoratori vedono esponenzialmente aumentare straordinari e prestazioni aggiuntive. Infatti, continuano ad aumentare ore straordinarie, ferie non fatte e riposi saltati. In sostanza si lavora di più guadagnando meno. Si lavora di più con meno personale. Non si operano investimenti in un settore strategico come quello della Salute. A questa già grave situazione si aggiunge l’aumento dell’età del personale e delle patologie limitanti il lavoro”.
“Se non si cambia passo la nostra Sanità, veneta e trevigiana, vedrà presto un rapido declina, nella qualità servizio offerto alle nostre comunità e al cittadino che sarà inevitabilmente costretto, chi lo potrà fare, a rivolgersi al privato per avere risposta ai propri bisogni. Invitiamo pertanto la Regione e le Istituzioni locali a non abbassare la guardia, a non tirarsi indietro - concludono i segretari generali - si facciano emergere i reali tagli operati dai Governi negli anni, si dica stop a questo continuo impoverimento del sistema, per mirare, insieme e con spirito di collaborazione, a salvare la nostra Sanità sul territorio”.
Treviso, 25 febbraio 2016
Ufficio Stampa
Bernini Ivan
Segretario Generale FP CGIL TREVISO