COMUNICATO STAMPA
La denuncia della FP CGIL di Treviso: “Nelle ULSS trevigiane progressivamente peggiorano le condizioni di lavoro dei dipendenti”
Deroghe all’orario di lavoro, Bernini: “Si rispetti la normativa UE”
Il segretario generale: “Per mantenere gli standard d’eccellenza non si possono continuare a sfruttare i lavoratori, ormai allo stremo. Nelle strutture sanitarie della Marca servono nuove assunzioni. Le Istituzioni si facciano avanti”
“Il Governatore del Veneto si lamenta dei tagli alla Sanità ma poi stabilisce che si continui a contrarre il personale e chiede, insieme agli altri Presidenti di Regione, di introdurre deroghe al contratto di lavoro. A tutti i livelli non si può risparmiare sulla pelle di lavoratori e cittadini. Amministratori locali e parlamentari trevigiani affrontino la questione: le strutture sanitarie della nostra provincia non potranno continuare così per molto”. Queste la parole di Ivan Bernini, segretario generale della Funzione Pubblica CGIL di Treviso, che mette luce sulle contraddizioni del Governo regionale e sulla drammatica situazione lavorativa in cui vertono i lavoratori all’interno degli ospedali della Marca.
“Nonostante la Corte Europea abbia intimato all’Italia di adeguarsi entro il 25 novembre alla normativa in materia di orario di lavoro, turni e riposi, il Governo e le Regioni fanno spallucce. E mentre il primo non intende rinnovare il contratto ormai scaduto da sei anni, le seconde hanno dato mandato all’ARAN di inserire nei contratti collettivi nazionali di lavoro le deroghe con decreto legge, non adeguandosi così alla normativa europea. In altri termini – spiega il segretario generale FP CGIL di Treviso - per chi governa, per chi decide delle sorti di lavoratori e utenza, adeguare i riposi tra un turno e l’altro, le famose 11 ore, il rispetto del massimo di ore lavorative, le condizioni di salute dei dipendenti e la relativa sicurezza di coloro che si rivolgono alle strutture ospedaliere, hanno un costo troppo elevato”.
“Così anche in Veneto continua a mancare personale e a garantire i livelli essenziali di assistenza attraverso lo sfruttamento del personale. Seguendo la logica del risparmio a tutti i costi, le tre ULSS trevigiane sono tra quelle in cui, in questi anni, la Regione ha dato meno possibilità di assumere. Mancano medici, operatori, personale sanitario e amministrativo che da anni non viene più reclutato. I lavoratori trevigiani – continua Ivan Bernini - sono quelli che continuano, stremati e a discapito della propria salute e vita personale, a garantire livelli di eccellenza e continuità dei servizi. Riposi mancati, ferie arretrate, malattie e maternità non sostituite, tutto questo determina un generale peggioramento delle condizioni di lavoro e – conclude Bernini - fa si che, a causa dei ritmi imposti, siano sempre più i casi di lavoratori soggetti a malattie professionali”.
Treviso, 7 novembre 2015
Ufficio Stampa
Bernini Ivan
Segretario Generale FP CGIL TREVISO