Muro contro muro sulle risorse aggiuntive contrattuali e sui tempi lavorativi previsti dal CCNL
Casa Marani, sindacati sulle barricate aprono lo stato di agitazione dei dipendenti:
“Non si è voluto per troppo tempo affrontare fondamentali questioni per il bene dei lavoratori”
All’ingresso delle strutture di Casa Marani di Villorba, Paese e Povegliano saranno affisse lunedì 9 giugno le bandiere delle tre federazioni sindacali di FP CGIL, CISL FP e UIL FPL. Questo a rappresentare l’apertura dello stato di agitazione dei lavoratori e delle lavoratrici dell’ente di cura e assistenza agli anziani. Le ragioni sono state schiettamente espresse nel corso di un incontro in sede prefettizia che ha avuto luogo nella mattinata di ieri, venerdì 6 giugno, tra i vertici della struttura e le rappresentanze sindacali.
Le Sigle dei lavoratori sono giunte a questo punto, e dunque all’avvio della protesta, dopo lunghi mesi di mancate risposte e di negative relazioni sindacali, con un Consiglio di Amministrazione lontano dal capire i bisogni dei dipendenti e un nuovo dirigente che non ha sicuramente stemperato gli animi, lasciano trapelare CGIL, CISL e UIL.
Nessun accordo sulle progressioni verticali, ovvero quelle che permettono ai dipendenti pubblici di accedere a un’area salariale superiore, ne quelle orizzontali, ovvero gli avanzamenti all’interno della stessa area contrattuale, tantomeno un confronto puntuale sulla contrattazione decentrata - l’integrativo aziendale degli enti pubblici - e sul welfare contrattuale finanziato con risorse di bilancio conseguenti alla riorganizzazione dell’ente nell’attuazione dei piani di razionalizzazione. Mancanze gravi per i Sindacati, che si sono sommate all’annosa questione dei tempi di vestizione introdotti con il CCNL 16.11.2022, ben oltre due anni fa, e ad altre difformità in tema di tempi e organizzazione del lavoro. Ancora, assenza di risposte concrete anche su problematiche legate alla sicurezza dei lavoratori e alla vigilanza degli ospiti.
Per il CdA a giustificare la situazione i problemi economico finanziari nei quali versa l’ente villorbese, frutto – come emerso nel corso dell’incontro in Prefettura – di un dissesto ereditato dalle precedenti direzioni. “I lavoratori e le lavoratrici hanno diritti che vanno rispettati - tuonano Marta Casarin, segretaria generale FP CGIL Treviso, Fabio Zuglian, della CISL FP Belluno Treviso e Roberto Meneghello, segretario generale UIL FPL Treviso -. Questa sordità da parte del Consiglio di Amministrazione è inammissibile quanto intollerabile. Sono i dipendenti a far andare avanti la struttura con i suoi servizi; non possono ricadere sulle loro spalle le scelte sbagliate di chi amministra Casa Marani ormai da oltre un decennio. Inaccettabile poi che da più di un anno a questa parte si siano trovate le risorse per aumentare i compensi della presidente Daniela Zambon e dei consiglieri, compreso chi nel 2013 gridava allo scandalo per l’indennità dell’allora segretario direttore, e non ci sia stata la pur minima volontà per guardare ai bisogni economici e contrattuali dei dipendenti”.
“Ora, mentre organizzeremo a breve un’assemblea sindacale per illustrare ai lavoratori e alle lavoratrici la situazione, attendiamo un dettagliato riscontro su tutti i punti in questione - sottolineano i sindacalisti - che pretendiamo di affrontare seriamente uno a uno per il benessere di quei lavoratori e quelle lavoratrici che accudiscono con grande professionalità i nostri anziani e si meritano la più alta considerazione per quello che quotidianamente fanno. Forti delle nostre legittime ragioni siamo pronti a portare avanti la protesta finché necessario - intimano Casarin, Zuglian e Meneghello”.
Ufficio Stampa
Casarin Marta
Segretario Generale FP CGIL TREVISO