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Pasticcio OSS, Casarin: “Applicare un solo contratto e supportare la formazione”

Comunicati Fp - 17/06/2024

Pasticcio OSS, Casarin: “Applicare un solo contratto e supportare la formazione”

Fuga dalle strutture per anziani verso l’ULSS 2, FP CGIL: “Bloccare o sterilizzare la graduatoria non risolve il problema della carenza cronica di queste figure e impatta negativamente sulla loro vita lavorativa”

 

Corto circuito nel mondo OSS. Se da una parte va a rilento lo scorrimento della graduatoria di Azienda Zero per l’ULSS 2 Marca Trevigiana, già di quasi due anni e in scadenza ad agosto, dall’altra parte del sistema socio sanitario, le strutture residenziali per anziani della provincia che già si trovano in difficoltà nel reperire queste figure professionali sono fortemente preoccupate per l’emorragia che le assunzioni all’azienda sanitaria potrebbero provocare, non rischiando così più di assicurare i livelli assistenziali necessari e stabiliti per norma di legge. Queste ultime hanno dunque interpellato ULSS 2 e Prefettura di Treviso nella richiesta di bloccare lo scorrimento della graduatoria. Non indifferente a tale problematica, l’ULSS proporrà agli OSS contratti a tempo determinato di 6 mesi, a volte anche in sedi lontane dal luogo di residenza. Un deterrente questo ma che, per il Sindacato, non solo non risolve la questione grave e strutturale ma impatta ingiustamente sui lavoratori e le lavoratrici che attendono da lungo tempo di essere chiamati per l’assunzione. “Alla base di tale complessità nell’incrocio tra domanda e offerta di lavoro – spiega Marta Casarin, segretaria generale FP CGIL di Treviso – le significative differenze contrattuali, economiche e di condizioni, tra il contratto applicato al personale in forza alle strutture residenziali per anziani e quello della Sanità pubblica, che rendono quest’ultimo sostanzialmente più attrattivo e competitivo”.

 

“Tali decisioni, che non condividiamo, impattano sulla vita lavorativa degli OSS e altresì sul sistema territoriale, tanto sanitario, con gli ospedali in carenza cronica, quanto socio-sanitario assistenziale – tuona Marta Casarin –. Bloccare la graduatoria o sterilizzare l’offerta di lavoro non risolve nulla. C’è la necessità di guardare a scelte strutturali a valorizzazione delle professioni e nell’offrire medesime condizioni economiche e di lavoro a chi svolge le stesse mansioni quanto c’è bisogno di supportare anche con risorse pubbliche la formazione. Si pensi che un corso OSS costa in media quasi 2mila euro. Formazione, per di più, praticamente nella totalità appaltata a formatori privati. Solo così renderemo maggiormente attrattiva questa professione e con essa, sotto il profilo occupazionale, il Veneto e la Marca per lavoratori e lavoratrici di altri territori”.

 

Ufficio Stampa