Sono 83 i dipendenti andati in pensionamento e 154 le dimissioni volontarie nell’Ulss2 Marca Trevigiana nei primi 8 mesi dell’anno. Numeri che vanno a intaccare la dotazione organica dell’azienda ospedaliera che, attualmente, è sotto di 161 unità. E con il blocco delle assunzioni regionale per non sforare il tetto di spesa la situazione del personale diventa critica. Ecco perché Fp Cgil Treviso lancia un allarme e chiede a gran voce il superamento del blocco alle assunzioni e l’aumento delle retribuzioni dei professionisti della salute per garantire la sostenibilità del comparto, per il bene dei dipendenti, dell’azienda sanitaria e soprattutto dei cittadini.
“L’Ulss2 Marca Trevigiana ha fissato per il 2023 un fabbisogno di personale di 7.724 unità e attualmente se ne contano 7.913: i numeri potrebbero farci pensare a un’abbondanza di organico ma la realtà dei fatti è che 1045 dipendenti sono in part time e ben 350 sono attualmente in aspettativa personale a vario titolo. Tutto ciò fa segnare dunque un -161 unità rispetto al fabbisogno. A questo ci aggiungiamo che da gennaio ad agosto si contano 83 uscite per pensionamento (25 infermieri, 21 oss e 5 medici) e altre 154 dimissioni volontarie (51 medici, 46 infermieri, 12 oss, 10 tecnici di laboratorio, 2 farmacisti e 1 biologo). Numeri davvero preoccupanti, tenendo conto che in tutto il Veneto vige ancora il blocco delle assunzioni per lo sforamento del tetto di spesa e che le ultime autorizzazioni per la copertura del turnover sono state fatte nel primo trimestre e coprono i posti solamente fino a settembre – spiega Marta Casarin, segretaria generale della Fp Cgil Treviso – cosa succederà dunque da ottobre in poi, dato che non ci sono più state autorizzazioni al turnover e non c’è alcuna copertura alle continue cessazioni e dimissioni? Si pensi che dei 128 infermieri autorizzati al turnover, soltanto 86 hanno accettato l’incarico. Ancora: non si trovano le ostetriche a fronte di 3 autorizzazioni, nessuna accettata. Per non parlare della situazione della salute mentale, dove a tutt’oggi mancano almeno 20 psichiatri ed è a rischio la tenuta del servizio. E se la situazione è già oggi complicata, cosa succederà nell’ultimo trimestre?
Ecco perché lanciamo questo allarme e chiediamo a gran voce come Fp Cgil Treviso di superare il blocco alle assunzioni, cancellare i tetti di spesa, aumentare le retribuzioni dei professionisti della salute come in tutto il comparto del pubblico – prosegue la Casarin – Ricordo che i soldi per il rinnovo dei contratti pubblici non sono stati messi dal Governo centrale. A questo, aggiungiamo che è necessario aumentare il Fondo Nazionale Sanitario e rimettere risorse nel sistema, per evitare la chiusura di molti servizi pubblici in favore di una sanità privata o convenzionata che non offre le stesse garanzie del nostro dettato costituzionale. Quello che accadrà dopo l’estate anche nella provincia di Treviso è ormai sotto gli occhi di tutti, è fondamentale allora che la Regione sblocchi i fondi e le assunzioni e dia ossigeno alle Ulss per il bene dell’azienda stessa, la quale deve dichiarare i numeri corretti, per il bene dei dipendenti e dei cittadini”.
Ufficio Stampa