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Caos punti vaccinali, Sara Tommasin: “Così il piano non decolla”

Comunicati Fp - 31/03/2021

L’allarme del Sindacato: si incorre in rischi di sicurezza per personale e utenza
Caos punti vaccinali, Sara Tommasin: “Così il piano non decolla”
La proposta: si vaccini anche negli ambulatori di medicina generale per diluire l’afflusso

 

“Organizzazione con troppe falle, lavoratori sotto pressione e carichi di lavoro ingestibili, problemi legati alla sicurezza e questione scorte. Di questo passo il piano vaccinale non decollerà”. Questa la preoccupazione della Funzione Pubblica CGIL di Treviso per bocca di Sara Tommasin.

“Siamo tutti consapevoli della complessità della campagna vaccinale e delle criticità da affrontare, prima fra tutte l’approvvigionamento stesso delle scorte – spiega Sara Tommasin della FP CGIL di Treviso –, ma non possiamo evitare di aprire una riflessione su alcune questioni di rilievo. Una in particolare attiene proprio all’organizzazione della “chiamata” alla vaccinazione, ancora troppa soggetta a confusione e incertezza relativamente alle modalità di programmazione e prenotazione. Grave è poi che il personale dell’ULSS apprenda dagli organi di informazione la possibilità di dover lavorare anche in orario notturno e non si sa più per quante ore consecutive. Turni che sono decisamente soggetti a variabili di stress, quali la massiccia e, come successo, incontrollata presenza di persone da vaccinare dentro un clima a dir poco di tensione. Un quadro che non permette quel rigore necessario a svolgere al meglio il proprio lavoro, in questo caso la somministrazione del vaccino. Così – puntualizza Tommasin – i rischi di sicurezza per il personale sanitario e per l’utenza aumentano esponenzialmente. Inoltre, come Sindacato, ci interroghiamo sulle ragioni che frenano il ricorso a nuove assunzioni, tramite graduatorie già in essere, per rafforzare l’organico dedicato al piano vaccinale”.

“Forse, al fine di diluire l’afflusso, varrebbe la pena considerare con più convinzione il tema della vaccinazione negli ambulatori dei medici di base, che hanno già il quadro sanitario e patologico dei loro assistiti – avanza la proposta la Tommasin”.

 

Ufficio Stampa