Sanità trevigiana, i Sindacati replicano alle accuse di Zaia e Benazzi:
“Nessuna strumentalizzazione ma problemi reali”
“È una reazione nervosa e scomposta quella del presidente della Regione e dai vertici dell’Ulss 2 alle iniziative che il personale "della miglior sanità del Paese" ha messo in atto per denunciare carenze di organico, basse retribuzioni e condizioni di lavoro non più sostenibili”. Secca la risposta del nutrito gruppo delle sigle sindacali della Dirigenza Medica e Sanitaria e di Comparto del Veneto ANAAO ASSOMED - CIMO-FESMED - AAROI - EMAC - FASSID - FP CGIL e FP CGIL MEDICI - FVM - UIL FPL - ANPO-ASCOTI-FIALS-MEDICI - COORDINAMENTO NAZIONALE DELLE AREE CONTRATTUALI MEDICA.
“Ricordiamo al presidente e al dg Francesco Benazzi che accusano i Sindacati di strumentalizzare la protesta dei lavoratori della Sanità che con quelle parole stanno attaccando migliaia di veneti che attraverso il loro lavoro hanno garantito alla nostra regione e alla nostra provincia quell’eccellenza della quale si assumono i meriti.
Nella stessa giornata nella quale si è alzata la protesta che mette in luce, tra le altre, la grave carenza di personale, la Regione Veneto ha bandito un maxi concorso che non fa altro che confermare proprio quelle insufficienze che denunciamo ormai da tanti anni. Segno che non stiamo raccontando bugie e che la protesta non è per nulla strumentale. Le cifre sul personale e sulle retribuzioni medie, infatti, non sono un’invenzione bensì numeri ufficiali diramati dalla Ragioneria Generale dello Stato alla quale l’Ulss ogni anno ha il dovere di trasmettere tali dati. Chi sta strumentalizzando e allora? - Si chiedono i sindacati -. Se queste cifre, questi importi, non sono la fotografia della realtà significa che l’Ulss sta indicando numeri non corretti al Ministero dell’economia e delle finanze”.
“Non stiamo facendo nessuna politica, stiamo portando avanti una battaglia per tutelare i diritti dei lavoratori e garantire un buon servizio sanitario ai cittadini veneti e trevigiani - ci tengono a sottolineare i Sindacati -. I problemi quotidiani che vivono medici, personale ospedaliero e sanitario sul territorio e i disagi che devono affrontare gli utenti non sono frutto di fantasia e non sono cosa nuova. E non sarà oggi l’intervento dei vertici aziendali in difesa della politica, quella fatta a Palazzo Balbi, a cambiare le cose. In corsia, nelle sale operatorie, nei servizi distrettuali ci stanno quei lavoratori e quei professionisti che ieri, tutti insieme per la prima volta, hanno dato mandato a proclamare lo stato di agitazione, proprio perché non ce la fanno più. È a questi che politica e Ulss dovrebbe dare ascolto”.
“Alle partecipatissime assemblee e ai presidi svolti in tutto il territorio regionale, Marca trevigiana compresa, non c’erano rappresentanti di partiti politici ma lavoratori, che al netto della loro sensibilità o appartenenza politica hanno deciso denunciare le difficili condizioni di lavoro e di salario. Forse - concludono provocatoriamente i Sindacati - se in queste occasioni ci fossero i politici, allora si renderebbero conto di quali sono i problemi reali di chi lavora, e magari darebbero maggior attenzione al loro disagio”.
Bernini Ivan
Segretario Generale FP CGIL TREVISO