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Primi passi della Sezione Territoriale Lavoro Agricolo di Qualità

Comunicati Flai - 07/05/2025

Primi passi della Sezione Territoriale Lavoro Agricolo di Qualità,
il contributo della FLAI CGIL trevigiana alla realizzazione di uno strumento a monitoraggio dei lavoratori in appalto

 

“Finalizzato a costruire misure di contrasto e prevenzione all’illegalità e di incentivo a forme di economia regolari e virtuose, in particolare per il mondo dell’agricoltura, il primo strumento che in questo momento si sta costruendo è uno schema di rilevazione dei lavoratori coinvolti nel meccanismo degli appalti basandosi sull’obbligo che proprio le aziende agricole hanno, per le norme del contratto nazionale e territoriale, di comunicare le lavorazioni in appalto all’ente bilaterale del settore. Tale comunicazione obbligatoria è fondamentale perché è esattamente attraverso il meccanismo dell’appalto che alcune aziende agricole si ricavano grandi margini sulle spalle dei lavoratori e delle lavoratrici, risparmiando sul costo della manodopera e scaricando le responsabilità rispetto allo sfruttamento e all’illegalità che troppo spesso si cela dietro agli appalti”. Queste le convinte parole di approvazione e di coinvolgimento del segretario generale Danilo Maggiore e di Sebastiano Grosselle della FLAI CGIL trevigiana, a margine dell’incontro della Sezione Territoriale della Rete del Lavoro Agricolo di Qualità di Treviso in Prefettura che ha avuto luogo nella giornata di ieri, martedì 6 maggio, in Prefettura.

“La Sezione Territoriale della Rete del Lavoro Agricolo di Qualità di Treviso, insediatasi a marzo scorso, è la prima sezione che viene istituita in Veneto – ricordano i sindacalisti della FLAI CGIL - ed è un elemento di grande importanza per il nostro territorio e la sua economia e in particolare per l’intero settore agricolo. L’obiettivo che, come FLAI CGIL, ci diamo, oltre al contrasto e la denuncia, sarà anche quello di prevenire questi fenomeni diffusi che abbiamo toccato con mano attraverso la nostra attività di sindacato nei campi del trevigiano. Questo il caso, a esempio, dei molti lavoratori indiani che attraverso la FLAI CGIL l’anno scorso hanno denunciato la loro situazione e il caporale che li teneva in stato di schiavitù, estorcendo loro ingenti somme di denaro e frodandoli di un permesso di soggiorno inesistente. È a soggetti come quel caporale, e a volte al sistema mafioso che ci sta dietro, che sono intestati gli appalti in questione; dunque, è questo il principale fenomeno da contrastare – sottolineano Maggiore e Grosselle”.

“E ancora – continuano dalla FLAI CGIL di Treviso –, saremo impegnati all’interno della Sezione per dare il nostro contributo per realizzare un modello economico agricolo giusto, sano e sostenibile, e continueremo a contrastare in ogni luogo l’attuale impianto normativo sulla migrazione basato sulla Legge Bossi-Fini e il meccanismo dei decreti Flussi, concause dello sfruttamento, dell’illegalità e dell’irregolarità nel settore agricolo. Per questo pensiamo, inoltre, sia necessario che la Sezione Territoriale intervenga sul tema dell’abitazione e su quello del trasporto dei lavoratori agricoli, nonché dell’incrocio domanda e offerta di lavoro, perché rappresentano gli elementi sui quali il caporalato si alimenta maggiormente”.

 

Ufficio Stampa


Maggiore Danilo
Segretario generale FLAI CGIL Treviso