Per la firma dell’accordo raccolto largo consenso tra i circa 500 lavoratori dello stabilimento
Rinnovato il contratto aziendale alla Fisher Paykel di Borso del Grappa
L’integrativo tra i vari punti prevede per i dipendenti l’utilizzo di 18 ore in tre anni per visite mediche
Incremento delle pause, ulteriore riduzione dell’orario di lavoro legata alle visite mediche fino a 18 ore in tre anni, gestione attiva del nuovo inquadramento. Sono i punti più rilevanti del contratto aziendale alla Fisher Paykel di Borso del Grappa, azienda leader nel segmento della produzione di cucine e forni di gamma medio alta, che attualmente occupa circa 500 dipendenti. Scaduto lo scorso marzo, l’integrativo è stato siglato il 23 giugno dai vertici aziendali, dalle rappresentanze degli industriali, da quelle sindacali di FIOM, FIM e UILM trevigiane e dalle RSU di stabilimento composta da Potito Aliani, Letizia Agnolin, Francesco Arnone, Beniamino Tarnone, Catia Chiriati, Renato Sulli.
Dentro il quadro delle positive relazioni industriali tra Sindacato e impresa, nel corso degli ultimi mesi si è giunti all’accordo sull’integrativo aziendale, che la settimana scorsa le RSU hanno sottoposto ai lavoratori, raccogliendo con largo consenso il mandato per procedere con la firma. Con il rinnovato contratto di secondo livello, nello schema delle legittime rivendicazioni, i Sindacati hanno ottenuto inoltre incrementi salariali sulla base dell’efficienza e della qualità pari a una mensilità aggiuntiva. Sono poi previsti investimenti in tecnologia e a miglioramento degli spazi adibiti ai dipendenti, e attenzione alle stabilizzazioni dei lavoratori precari.
“Sono tanti gli elementi positivi di questo accordo, che trova buona soddisfazione di RSU e Sindacati di categoria – affermano Alessandro Da Rugna (FIOM CGIL), Mauro Zuglian (FIM CISL) e Stefano Bragagnolo (UILM UIL) –, particolarmente innovativo dal punto di vista della contrattazione aziendale l’inserimento di 18 ore di riduzione oraria in tre anni per visite mediche. Innovativo in quanto non previsto neppure dallo stesso CCNL di categoria. Lavorare nel solco della contrattazione di secondo livello – sottolineano i sindacalisti – significa anche sperimentare in azienda e sul territorio nuove forme di welfare e di redistribuzione della ricchezza, con l’obiettivo di trovare, anche in equilibrio con esigenze e peculiarità produttive, il massimo miglioramento delle condizioni economiche e di lavoro dei dipendenti”.
Ufficio Stampa