La FIOM CGIL disegna il quadro della ripartenza nel metalmeccanico trevigiano
Botter: “Serve una sintesi contrattale tra diritto alla salute e diritto al lavoro”
Il sindacato rosso guarda con attenzione all’utilizzo dello smart working e alle sue future applicazioni
“Doveroso mettere al sicuro i lavoratori sia per quanto riguarda l’aspetto sanitario sia per quanto riguarda la sicurezza economica e occupazionale, ovvero la tenuta dei salari e dei posti di lavoro. Questo perché la crisi aperta dall’emergenza epidemiologica si è innestata su una fase già di difficoltà per l’economia trevigiana e l’ha nei fatti aggravata, impattando sulla produzione e sui redditi”. L’allarme arriva dalla FIOM CGIL di Treviso per bocca del segretario generale Enrico Botter.
“Alcuni settori sembrano più pronti di altri alla ripartenza, in particolare il comparto dell’elettrodomestico. Importanti realtà del nostro territorio come Electrolux e De Longhi, infatti, dall’undici maggio riprenderanno appieno la produzione. In particolare con De’ Longhi è stato sottoscritto un importante accordo per modulare la presenza dei lavoratori in produzione garantendo turni più brevi e minore assembramento in fabbrica – precisa il sindacalista FIOM –. L’automotive, distretto importante per la Marca trevigiana soprattutto per la componentistica e con una fortissima vocazione per l’export, invece, sta vivendo in Italia come in tutta Europa una crisi che è stata acuita dall’emergenza sanitaria. Il mercato ad aprile ha avuto un tracollo pari all’85-90%. La Sole di Oderzo ne è un particolare esempio. La produzione continua a girare con non più di una trentina di operatori sui tre turni giornalieri. In difficoltà anche il segmento dei macchinari per l’industria, anche questo fortemente vocato all’esportazione. Il caso della Breton di Castelfranco è indicativo di tale tendenza: l’azienda, chiusa dalla metà di marzo, è ripartita questa settimana, ma senza riuscire a saturare appieno la produzione – traccia il quadro il leader delle tute blu della CGIL trevigiana”.
“Il valore economico e produttivo di questo territorio, le sue competenze sul fronte del lavoro sono troppo importanti perché vengano disperse, come troppo importante è la sicurezza e la salute dei lavoratori e dei cittadini – sottolinea Enrico Botter –. Servono strumenti di sostegno per i lavoratori e le aziende, serve un nuovo decreto che rinnovi la cassa integrazione per Covid-19, serve sostenere l’economia produttiva e i posti di lavoro, come è necessario un ruolo da protagonista dell’Unione Europea”.
“Le aziende trevigiane, grazie anche alla pressione instancabile della nostra Organizzazione e dei nostri Rsu e Rls, hanno applicato le opportune misure per ridurre al minimo i rischi di contagio, ma è imprescindibile per tutelare i posti di lavoro raccogliere le opportunità date da un mercato sempre più legato alle piattaforme on line, che non si sono mai fermate neppure nel corso del lockdown – guarda al prossimo futuro Botter”.
“La ripartenza del metalmeccanico vede nei Comitati e nei protocolli per la sicurezza i due binari strategici di contenimento del virus, al fine di evitare che nel territorio la curva epidemiologica ricominci a salire. Lavoratori in sicurezza, e parliamo di migliaia di trevigiani impiegati nel comparto metalmeccanico, rappresentano famiglie e comunità in salute. In questa fase dunque – afferma Botter –, l’adozione e il corretto utilizzo dei DPI, come le mascherine, è fondamentale quanto è opportuno continuare a insistere con lo strumento del lavoro agile o smart working per ridurre il più possibile momenti di assembramento nei luoghi di lavoro, come anche la misurazione della temperatura, gli ingressi scaglionati, le mense a più turni, aggiuntivi locali di pausa. Il caso della Texa di Monastier è in questo emblematico. Ci saremmo aspettati maggiore attenzione rispetto al tema dello smart working in un’azienda così all’avanguardia e fondata proprio sull’evoluzione tecnologica – commenta Botter –. È necessario trovare la sintesi tra diritto alla salute e diritto al lavoro, non abbiamo alternative”.
“Una riflessione contrattuale, proprio a partire dall’esperienza maturata in questa breve congiuntura, va fatta proprio in merito all’utilizzo dello smart working – insiste concludendo Botter –, alle sue modalità di impiego, che non possono essere legate soltanto all’emergenza, ma devono diventare prassi abituale sul nostro territorio, sempre più caratterizzato dal lavoro impiegatizio anche nel manifatturiero metalmeccanico. Sarà però necessario superare la resistenza del mondo imprenditoriale, troppo spesso legato a vecchie logiche organizzative”.
Ufficio Stampa
Botter Enrico
Segretario Generale FIOM CGIL TREVISO