Contratti scaduti, il 22 dicembre è sciopero per oltre 30mila addetti trevigiani del Terziario e Turismo
Manifestazioni interregionale a Milano: più di 200 delegati dalla Marca
Riflettori accesi sull’insostenibile situazione in cui versano più di 5milioni di lavoratrici e lavoratori coinvolti dallo stallo delle trattative per i rinnovi dei CCNL scaduti in media da più di anni. Domani, venerdì 22 dicembre, anche in provincia è sciopero per gli oltre 30mila lavoratrici e lavoratori trevigiani del Terziario, Distribuzione e Servizi, della Distribuzione Moderna Organizzata, della Distribuzione Cooperativa, e del comparto turistico ricettivo alberghiero, della Ristorazione Collettiva e Commerciale, delle Agenzie di Viaggio e delle Aziende Termali.
La giornata di stop per l’intero turno di lavoro, indetta dai sindacati nazionali di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil dopo la brusca l’interruzione dei negoziati, è finalizzata a sollecitare un avanzamento del confronto, denunciando lo stallo delle trattative e l’ormai insostenibile situazione in cui versano le lavoratrici e i lavoratori con i salari al palo e il costo della vita alle stelle e il mancato aggiornamento della parte normativa dei contratti, mentre i settori del terziario e del turismo registrano una ripresa e un aumento dei fatturati.
La mobilitazione vedrà sul territorio nazionale manifestazioni interregionali: oltre a Milano, dove confluiranno oltre duecento delegati e delegati dalla Marca – fanno sapere i segretari generali di FILCAMS CGIL Treviso Alberto Irone, della FISASCAT CISL Belluno Treviso Patrizia Manca e della UILTUCS UIL Massimo Marchetti – anche a Roma e Napoli.
Alla base della protesta nel macrosettore terziario, l’indisponibilità delle associazioni datoriali di settore Confcommercio, Confesercenti, Federdistribuzione, Ancc-Coop, Confcooperative-Consumo e Utenza e Agci-Agrital a riconoscere alle lavoratrici ed ai lavoratori incrementi retributivi in linea con l’andamento del costo della vita, così come peraltro previsto dagli accordi interconfederali sugli assetti contrattuali. “Nonostante sbandierino pubblicamente di voler sottoscrivere un Ccnl che definiscono innovativo, Confcommercio e Confesercenti si ostinano a richiedere una drastica riduzione di una pluralità di istituti contrattuali quali la 14a mensilità, i permessi retribuiti e gli scatti di anzianità – spiegano Alberto Irone, Patrizia Manca e Massimo Marchetti –, e non va meglio nel comparto turistico”.
Anche le associazioni datoriali di settore (Fipe, Angem, Legacoop Produzione e Servizi, Confcooperative Lavoro e Servizi e Agci Servizi, Federalberghi, Faita, Federcamping, Fiavet, Federturismo Aica, Confturismo, Federterme, Assohotel, Assocamping, Assoviaggi, Fiba e Fiepet) si rifiutano di parlare di aumenti salariali in linea con gli indici inflazionistici e adeguati a far recuperare ai lavoratori la perdita di potere d’acquisto. Associazioni che propongono di riformare dell’attuale classificazione del personale, con la revisione al ribasso dei livelli di inquadramento, il taglio dei permessi retribuiti, la sterilizzazione degli scatti di anzianità, l’aumento dell’importo della trattenuta pasto, un maggiore ricorso ai contratti a tempo determinato, la riduzione del periodo di comporto tra malattia e infortunio e del periodo di preavviso.
“In più occasioni le nostre federazioni sindacali di Filcams, Fisascat e Uiltucs hanno dimostrato di avere grande senso di responsabilità, facendo di tutto per far progredire le trattative e orientarle a un esito diverso – hanno aggiunto Irone, Manca e Marchetti –. Confidiamo che dopo la giornata di domani prevalga anche da parte delle Associazioni imprenditoriali tale senso di responsabilità e della misura, per non arrecare l’ennesima offesa a quanti tenacemente ogni giorno consentono alle imprese di operare e consolidarsi i propri fatturati e restituire rispetto e dignità alle lavoratrici e ai lavoratori del settore”.
Ufficio Stampa