Ore di formazione non pagate, la Camst transa con i dipendenti
Sono pochi euro ma hanno un gran valore. Finisce con una transazione la vertenza promossa dalla FILCAMS CGIL di Treviso nei confronti della società Camst Cooperativa che opera nel settore della ristorazione collettiva a tutela di quattro dipendenti, tutte donne. La vicenda: le lavoratrici della ditta emiliana attive nel trevigiano hanno svolto online un corso di formazione sulla sicurezza, ore che l’azienda non ha ritenuto di dover considerare come lavorative, trasgredendo come evidenziato dal Sindacato alla normativa e al CCNL di riferimento. Rivoltesi alla FILCAMS CGIL, dopo un confronto dal senza esito, è partita l’azione legale finita con una transazione risarcitoria di 30 euro per ciascuna dipendente, circa il valore intero delle ore non retribuite.
“Pochi euro ma queste somme rappresentano la tutela di un diritto - ha detto Barbara Zunnui della FILCAMS CGIL di Treviso -. Formare il personale sulla sicurezza è un dovere per le aziende, un apprendimento che i lavoratori seguono con attenzione perché il ballo c’è la loro salute. Ore che non possono non essere considerate come lavorative. Per questo come Sindacato ci siamo stupiti che Camst non lo avesse fatto e che ci abbia portato ad aprire una vertenza per ristabilire il giusto ordine delle cose. Per pochi euro così la società inoltre così ha dovuto sborsare le spese legali”.
“Sulla retribuzione delle ore di formazione, in particolare sulla sicurezza, non smetteremo mai di monitorare le aziende del settore e del territorio per far rispettare le regole - ha aggiunto Alberto Irone, segretario generale della categoria -. La sicurezza è fondamentale, la formazione è attività lavorativa che va retribuita”.
Ufficio Stampa
Irone Alberto
Segretario Generale FILCAMS CGIL TREVISO