Immagine di copertina

COMUNICATO

Comunicati Segreteria - 24/09/2009

Le parole hanno un peso, e la difesa del presidente Muraro rispetto alle polemiche suscitate dal suo uso disinvolto della lingua italiana, sono poco convincenti e appaiono una retromarcia arrivata fuori tempo massimo.
Dire che i meridionali sono sanguisughe e poi difendersi chiamando le critiche "banalizzazioni" fa apparire Muraro un presidente un po' sprovveduto, poco consapevole del fatto che la sua carica istituzionale gli dovrebbe suggerire accortezza che non è solo una questione di delicatezza ma di contenuto e rispetto delle persone.

La banalizzazione è invece quella di proporre soluzioni fuori dalla realtà, come le gabbie salariali, peraltro congelate ai soli residenti "autoctoni" – cioè escludendo i meridionali che vivono da queste parti – e fare la solita prosopopea sullo stato sprecone, che premia il sud consumatore di risorse e fa pagare al nord produttivo.

Dal momento che il Governo di cui il partito di Muraro, la Lega, è molto più che semplice azionista, ha intrapreso una convinta, per quanto controversa, battaglia di riforme, dai tornelli di Brunetta al maestro unico per dirne qualcuna, cosa impedisce allo stesso esecutivo di esercitarsi anche nel taglio delle situazioni che a dire di Muraro sono parassitarie?
Il fatto è che la politica mostra oggi uno scarto impressionante fra quello che dichiara e quello che si può davvero fare con trasparenza ed etica. Perdendosi, come fa il presidente della Provincia, nel programma degli annunci, si finisce soprattutto con il creare divisioni sociali e fratture culturali, abdicando alla funzione di governare – cioè fare il bene comune – in favore di una rincorsa continua, ma fallimentare, al rafforzamento di un consenso elettorale deleterio, perché alla forza ottenuta con il voto non corrisponde poi l'attuazione concreta di iniziative politiche di contrasto alla crisi economica e di sostegno allo sviluppo.

Quindi le differenze tra nord e sud andrebbero esplorate con un po' più di attenzione e rigore, se posso permettermi direi scientifico. Il confronto tra stipendio e costo della vita va rapportato al reddito familiare e ai depositi bancari che al Sud è più basso del Nord. I Contratti Nazionali al Sud spesso vengono elusi, i contratti aziendali sono quasi inesistenti, il mercato del lavoro del privato è esposto al controllo delle mafie, quello pubblico usato dalle forze politiche come voto di scambio senza nessun rapporto con l'efficienza e la qualità dei servizi per la popolazione. La risposta alle differenze del costo della vita tra Nord e Sud non è quella delle gabbie salariali, ma è il fare i Contratti Nazionali alla scadenza naturale recuperando l'inflazione reale e rendendo certa la contrattazione di secondo livello, che è già oggi, assieme ai superminimi, un elemento che differenzia le retribuzioni tra il Nord e il Sud Italia.

Con una crisi che nella Marca non ha ancora dispiegato tutta la sua negatività, Muraro può ben accontentarsi di sparate demagogiche e istituzionalmente sgrammaticate. L'altra strada, indubbiamente più complicata e meno remunerativa dal punto di vista del consenso a pronta cassa, sarebbe quella di mettere al lavoro le intelligenze e l'impegno dei soggetti di rappresentanza economica e sociale, con cui affrontare, senza fughe in avanti e senza creare fratture ideologiche, i nodi che dobbiamo sciogliere. C'è ancora tempo,anche se poco, per fare le scelte giuste. Di questo dovrebbe occuparsi il Governo, Lega compresa.

Paolino Barbiero, Segretario generale Cgil provinciale Treviso