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COMUNICATO STAMPA

Comunicati Segreteria - 04/12/2014

In 18mila dipendenti pubblici trevigiani pronti a mobilitarsi per lo sciopero unitario del 12 dicembre.
Lavoro Pubblico, Bernini: "Persi 58milioni di euro in 4 anni".
Il segretario generale: "Mediamente il mancato rinnovo dei contratti ha sottratto dalle tasche dei lavoratori pubblici tra i 3 e i 5mila euro. Vanificando la Delrio la Legge di Stabilità rischia di portare con sé esuberi per il 50% del personale di Provincia e Camera di Commercio. La mobilitazione dev'essere unitaria perché le decisioni del Governo toccano tutti". Quello che succede alla PA, infatti, riverberandosi sulla cooperazione e sull'indotto, coinvolgerà inevitabilmente il mercato privato e l'occupazione".

I 18mila lavoratori del pubblico impiego della Marca si preparano allo sciopero unitario indetto da CGIL e UIL per la giornata di venerdì 12 dicembre. Una grande mobilitazione che secondo il Sindacato mira a coinvolgere anche il personale della cooperazione sociale che nella provincia di Treviso, solo nel socio assistenziale e settore educativo, conta non meno di altri 10mila lavoratori "toccati dalle pessime decisioni e dai tagli previsti dal Governo".
"Senza modifiche alla Legge di stabilità e profondi correttivi al disegno di legge delega sul mercato del lavoro, non solo si neutralizza ogni prospettiva di riforma delle Pubbliche Amministrazioni ma si determinano le condizioni per peggiorare ulteriormente l'occupazione nel lavoro pubblico e in quello privato – afferma Ivan Bernini, segretario generale FP CGIL di Treviso - sostanzialmente si operano ulteriori tagli indistinti al sistema delle autonomie locali e della sanità pubblica che rischiano, anche a fronte di processi aggregativi tra gli Enti, di non avere comunque le risorse per mantenere gli attuali servizi o comunque di non poterle utilizzare a causa dei vincoli sulla spesa e sul patto di stabilità".

"Tra enunciazioni, promesse e realtà si sta creando un solco – tuona il segretario generale FP CGIL - nessun investimento è previsto per il rilancio dell'economia locale, dell'occupazione e dei consumi. Il blocco dei contratti nel pubblico impiego, fermi dal 2010, ha il risultato di impoverire chi con sempre più difficoltà sta continuando a lavorare e offrire servizi. In questi quattro anni i 16mila dipendenti pubblici trevigiani hanno perso mediamente 3mila euro lordi per un totale complessivo pari a 48milioni sottratti alle tasche dei lavoratori.
Senza contare la parte di dirigenti pubblici e di medici della Ulss che senza adeguamenti contrattuali hanno perso mediamente 5mila euro, per un totale di altri 10milioni non confluiti sul territorio".

"Inoltre – aggiunge Ivan Bernini - la Legge di stabilità contiene elementi per i quali proprio lo Stato, che dovrebbe avere un ruolo programmatorio sulle politiche pubbliche e industriali, sulla crescita e sullo sviluppo, creerà esuberi e perdita di posti di lavoro. Infatti, nonostante la riforma Delrio contenesse garanzie dal punto di vista occupazionale nella prospettiva di una diversa organizzazione delle funzioni e del riassetto istituzionale, frutto anche di un accordo con Sindacati e rappresentanti del sistema delle autonomie, la Legge di stabilità va esattamente in senso contrario inevitabili licenziamenti, soprattutto per quanto attiene alle Province e alle Camere di Commercio, dove si rischiano esuberi del 50% del personale. Accanto ai licenziamenti nel pubblico – sottolinea Bernini - i tagli alla spesa e agli investimenti opereranno un'ulteriore contrazione della spesa, colpendo l'indotto e dunque quanti lavorano con e per le Pubbliche Amministrazioni, dunque le cooperative e i fornitori di tutte le categorie merceologiche".

"La mobilitazione dei soli lavoratori pubblici dentro a questo quadro non solo sarebbe dunque decontestualizzata dal contesto generale ma contribuirebbe ulteriormente a separare, più di quanto non lo sono già oggi, due mondi del lavoro che sono costantemente messi gli uni contro gli altri nell'ottica dell'indebolimento della solidarietà e di battaglie comuni.
Per questo – conclude Bernini - a scelta di CGIL e UIL del pubblico impiego di aderire allo sciopero del 12 dicembre non è condizionata dalle decisioni confederali, è invece l'esatto opposto: una posizione coerente con le richieste che unitariamente abbiamo avanzato al Governo e che in assenza di modifiche alla Legge di stabilità non sarebbero possibili".