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INTERVENTO DEL SEGRETARIO GENERALE DELLA CGIL DI TREVISO

Comunicati Segreteria - 03/06/2014

La Terza Repubblica Italiana fondata sul Lavoro.
Gentile direttore,
nella data che celebra la scelta civile e democratica della forma repubblicana del nostro governo e ordinamento vorrei fare alcune riflessioni in merito al coraggio e al valore del cambiamento.
In questa fase storica il cambiamento lo stiamo vivendo, che lo vogliamo o no, nell'economia, nella politica, la nostra società italiana e veneta sta mutando pelle con una tal velocità che difficilmente riusciamo a comprendere pienamente e in profondità quel che ci accadde.

Quello che nel nostro piccolo, nella nostra provincia e regione dovremmo fare, almeno per quanto ci riguarda e su questi fronti (economia, politica e società) è non subire il cambiamento ma governarlo e orientarlo, grazie a decisioni consapevoli, responsabili e che guardino al futuro di questo nostro territorio.
Ora da qui, con una sferzata di fiducia e passione, parta un processo di rinnovamento che coinvolga tutti i soggetti istituzionali, economici, associativi, e che getti i presupposti reali e tangibili per quella che immagino e vorrei definire una terza Repubblica Italiana fondata sul lavoro.
Non avevano visto sbagliato i padri costituenti nell'identificare alla base dell'ordinamento, della società e della crescita di una nazione il Lavoro. Oggi, su questo versante stiamo toccando il punto più basso, e non solo perché manca occupazione, la nostra economia è una fase di stagnazione, il nostro sistema produttivo, in particolare quello del nord est così per come l'abbiamo finora conosciuto è strutturalmente in crisi e va ripensato, ma anche perché tutto l'impianta la normativa contrattualistica risente di errori, di carenze, di iniquità e andrebbe al più presto rivista alla luce del valore fondativo e di tutela del Lavoro.

Non possiamo aspettare che le risposte piovano dall'alto, il nostro territorio, da sempre foriero e portatore di innovazione, di sperimentazione, sia ancora capace di risollevarsi e di farsi avanguardia. Non abbiamo paura di sperimentare, né sul fronte economico-finanziario né su quello istituzionale politico, stanno dentro la legge cogliamo le possibilità che ci vengono offerte e allarghiamo quanto più possibile i confini d'azione e gli ambiti normativi. Il piccolo è una visione morta, proprio per edificare la terza Repubblica, dobbiamo partire costruendo insieme il grande Veneto, fuori dalle logiche separatiste, andando oltre all'immobilismo campanilista che attanaglia i nostri Comuni. Dobbiamo smetterla di guardare al nostro ombelico e alzare lo sguardo. Ai nostri imprenditori, ai nostri politici, ai nostri uomini delle Istituzioni chiedo di alzare lo sguardo e di fare la storia come l'hanno fatta nel '46 gli italiani che hanno optato per la forma repubblicana, come l'hanno fatta nel '48 coloro che hanno scritto la nostra Carta Costituzionale.

Questo è il verso, questa ancora una volta la strada maestra, quella del progresso sociale e dello sviluppo, quella stessa strada, che come allora, conduce all'Europa dei popoli. In particolare, dopo questa tornata elettorale è mio auspicio che nella Marca trevigiana si affrontino tali questioni e che si riprenda a parlare la stessa lingua per quanto riguarda fisco, politiche sociali ed economiche, governance locale e accorpamento amministrativo, soprattutto alla luce delle crescenti difficoltà dei nostri Comuni e dell'imminente venir meno dell'ente provinciale.