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dalla politica troppe resistenze alle trasformazioni

Comunicati Segreteria - 15/07/2013

La Corte Costituzionale, nel bocciare il decreto "elimina Province", ha sancito un principio che in altri tempi sarebbe apparso ovvio: la Costituzione non si modifica a colpi di decreto.
Per quanto ci riguarda siamo dell'opinione che la sentenza, oltre che ribadire un principio fondamentale, evidenzia, in ogni caso, come il decreto del Governo Monti aveva l'obiettivo di spostare l'attenzione dell'opinione pubblica su quell'intervento, facile se consideriamo lo scarso appeal che l'Ente ha nei confronti del cittadino, distraendo dalla rilevanza dei tagli che si stavano operando nei confronti delle Pubbliche Amministrazioni.

E così si è assestato un ulteriore colpo alla sostenibilità del welfare nel nostro Paese. Nel frattempo, infatti, sono state approvate riforme sul sistema previdenziale, in particolare l'innalzamento dell'età pensionabile, sul mercato del lavoro, rendendo sempre più fragile il nostro sistema contrattuale, sul blocco del reclutamento nel pubblico impiego, impoverendo il servizio e aumentando la disoccupazione.

Alla luce di questa grave situazione, a coloro che anche in queste ore stanno frenando su alcuni interventi possibili, vorremmo dire che siamo in una fase d'emergenza, e che senza perdere tempo a inseguire questioni strettamente politiche serve uno scatto di responsabilità che consenta negli assetti funzionali e strutturali delle Pubbliche Amministrazioni di rilanciare il welfare in senso universalistico e solidale e sostenere con misure anche eccezionali il tessuto economico locale. Uno scatto di responsabilità significa anche ascoltare le diverse Associazioni di categoria e rappresentanza del territorio, che nel trevigiano hanno molto detto e proposto, soprattutto in questi mesi.

Chiediamo che venga accolta la proposta sugli assetti strutturali delle Pubbliche Amministrazioni e che orienti un punto di vista sulle modifiche da operare al titolo V Costituzione, orientando l'attività del legislatore sulla necessaria semplificazione di atti e procedure, verso una nuova ripartizione delle funzioni pubbliche in relazione alla sussidiarietà, sbrigando il campo da sovrastrutture e mettendo in rete i soggetti del territorio.
Una riorganizzazione delle Pubbliche Amministrazioni fatta anche con l'obiettivo di reperire le risorse per ampliare la gamma dei servizi offerti al cittadino e all'impresa.
A quanto pare, lo si apprende anche dai giornali, l'idea che permane è quella che non si opera alcun cambiamento finché non lo fanno altri, o si ragiona bocciando qualsiasi proposta, come quella sulla PaTreVe e sull'aggregazione dei Comuni, perché avanzata da soggetti del campo politico avverso. Questo vale trasversalmente sia per le forze politiche sia per i temi oggetto della discussione, come la discussione sulla riorganizzazione della sanità nel Veneto. Questa è la responsabilità e l'interesse generale che dovrebbe orientare l'attività politica ed istituzionale e alla quale richiamiamo chi è deputato a fare le scelte. Ci si unisca per cambiare le cose, per uscire dall'immobilismo e ritrovare la strada della crescita economica e sociale.

Inoltre, quegli Enti che a parole si afferma di voler difendere, come le Province e i piccoli Comuni, e sui quali si è restii ad operare alcuna trasformazione, stanno già morendo. E mentre dovrebbero garantire l'esigibilità del welfare sussidiario non sono già più in grado di farlo. E proprio in una fase di crisi nella quale i bisogni crescono, si discute più di contenitori che di contenuti, distraendo ancora una volta l'opinione pubblica, allontanandola ulteriormente dall'interpretare la Politica nelle sue corrette dimensioni.