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COMUNICATO STAMPA

Comunicati Segreteria - 02/04/2013

La CGIL di Treviso condivide una seria rivisitazione strutturale della TARES.
Fiscalità locale, Vendrame: "Più equa e omogenea"
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Il segretario generale CGIL di Treviso: "Il peso tributario a carico dei cittadini, soprattutto di lavoratori dipendenti e pensionati, è ormai insostenibile. Bisogna avviare presto un processo di aggregazione dei nostri Comuni non solo che ne contempli la fusione ma avvii politiche di fiscalità locale più omogenee a tutela del reddito dei cittadini e in particolare della fascia più debole".

"L'unità dell'azione di protesta dei Comuni della Marca contro l'applicazione della TARES sia da ispirazione perché si trovi una progressiva uniformità della tassazione locale, oggi disomogenea e diversificata". Lo ha detto oggi Giacomo Vendrame, segretario generale della CGIL di Treviso, condividendo con i Sindaci la necessità di una profonda rivisitazione strutturale della nuova imposta sui rifiuti. "

TARES, IMU, addizionali Irpef e aumento dell'IVA rappresentano un peso economico insostenibile per i redditi da lavoro e da pensioni – ha detto il segretario generale della CGIL di Treviso - per questo, chiediamo l'adozione di interventi immediati e strutturali tesi a correggere l'iniqua distribuzione del carico fiscale verificatasi in questi anni e una sorta di risarcimento a favore dei contribuenti: il riconoscimento di un bonus finalizzato al recupero dei tagli subiti dal reddito disponibile".

"L'inflazione e il prelievo fiscale influiscono in misura decisiva nel definire il potere d'acquisto delle retribuzioni – ha continuato Vendrame - si pensi che dal 2007 ad oggi il prelievo complessivo (Irpef più addizionali regionale e comunale) ha subito un aumento di 2,5 punti di pressione fiscale nel caso di un lavoratore dipendente. Ma questo valore riflette sul nostro territorio profili molto differenziati in base alle scelte locali di politica tributaria, particolarmente disomogenea nei 95 Comuni della Marca. Tant'è che negli ultimi cinque anni la quasi completa assenza di correzioni all'Irpef si è trasformata in rinnovati inasprimenti delle addizionali regionali e comunali. Così il ruolo del fisco locale si è rivelato crescente: la quota del prelievo locale sull'imposta complessiva gravante sui salari risulta quasi triplicata: dal 4,2% all'11,2% nel caso del singolo lavoratore; dal 5,8% al 17,1% a carico delle famiglie. L'attuazione del federalismo fiscale, insomma, è avvenuta a prescindere da ogni clausola di invarianza della pressione fiscale, producendo una vera e propria redistribuzione dell'Irpef, finanziata solo dai soggetti che hanno subito un maggior e ingiustificato prelievo".

"Questa modulazione della fiscalità e l'evasione fiscale sono le due facce della stessa medaglia – ha affermato Vendrame – entrambe concorrono a definire un'iniqua distribuzione della ricchezza. Da un lato coloro che versano al fisco più del dovuto e dall'altro chi paga meno, o nulla".
"La necessità oggi, in termini reali e territoriali, è che i nostri amministratori che si sono alleati per l'abolizione della TARES trovino la spinta per mettersi assieme veramente – ha continuato Vendrame – concordando, anche grazie alla contrattazione sociale con le Parti Sociali, politiche uniformi sulla tassazione locale, all'insegna dell'equità e della tutela dei soggetti economicamente più fragili.
Chiediamo – ha concluso Vendrame - che si profili un serio confronto sul futuro del nostro territorio, varando concreti e fattibili processi di aggregazione tra i Comuni, non solo in termini di servizi offerti al cittadino ma anche di governance, per essere più forti nell'affrontare i drammatici fenomeni emersi con la crisi economica e occupazionale e, limitando la frammentazione e di conseguenza i disequilibri e le disparità, sviluppare politiche di indirizzo di più ampio respiro, anche alla luce anche di una visione "metropolitana" che deve interessare anche il nostro territorio provinciale".