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Mozione Zanini, Vendrame: “Divisiva e anacronistica, venga ritirata”

Comunicati Segreteria - 15/02/2019

Legge 194, i dati sull’obiezione di coscienza di medici e personale sanitario denunciano il vero problema in tema aborti, si rischia il ritorno alla clandestinità
Mozione Zanini, Vendrame: “Divisiva e anacronistica, venga ritirata”
L’appello e l’attacco del leder della CGIL trevigiana al Sindaco Conte: “L’Amministrazione sia inclusiva e coerente con le scelte fatte, questo atto non ha nulla a che vedere con il sostegno alle famiglie”

 

“Chiediamo al Sindaco di Treviso Mario Conte di dare un segnale chiaro di inclusione e di coerenza intervenendo affinché la mozione presentata dal consigliere comunale Vittorio Zanini venga ritirata”. Giacomo Vendrame, leader della CGIL provinciale entra nel dibattito sulla mozione antiaborto e famiglie omogenitoriali che in questi giorni ha acceso gli animi e urtato diverse sensibilità dei cittadini del capoluogo trevigiano.

“La mozione va ritirata – va dritto il vertice di via Dandolo – con senso di responsabilità, nel rispetto delle donne e delle diverse sensibilità che compongono la società trevigiana quella non è una pagina da scrivere per un’amministrazione comunale che si dichiara moderata, moderna e rappresentativa di tutte le istanze della comunità del capoluogo. Non basta modificare la mozione – aggiunge Giacomo Vendrame –, se il Sindaco Conte vuole essere coerente con le sue dichiarazioni elettorali e con le scelte amministrative recentemente fatte, quel testo va stralciato, e si passi oltre. O dobbiamo dedurre che per il governo cittadino questi presupposti, anacronistici ed estremisti, rappresentano una priorità di carattere amministrativo? Sebbene proprio di amministrativo ci sia ben poco in quelle raccapriccianti righe, in particolare alla luce del fatto che nessuna misura concreta a sostegno delle famiglie, né economica né progettuale, vi è inserita – precisa Vendrame -”.

“Come il Comune di Treviso è uscito dalla Rete Re.A.Dy. adducendone l’inconsistenza di fronte alla già sufficiente normativa nazionale e regionale in materia di lotta alla discriminazione – continua il segretario generale della CGIL di Treviso -, coerentemente, non dovrebbe dare spazio a tali posizioni, divisive per altro, che intervengono in campi non attinenti al proprio agire amministrativo e che, tra l’altro, travisano la realtà. Se un problema c’è – sottolinea Vendrame – è proprio quello che la CGIL di Treviso ha sollevato nel corso del 2018, nel celebrare i 40 anni dall’entrata in vigore della Legge 194, nel suo significato più profondo: la libertà di scelta delle donne rispetto alla gravidanza, personale e insindacabile, non solo è costantemente attaccata ma è minata dalla cronica carenza di personale medico e sanitario non obiettore di coscienza”.

“Nella nostra provincia – spiega il leader CGIL –, i ginecologi obiettori sfiorano il 78% del totale (2 punti in più della media regionale), con i casi eclatanti di Treviso e Castelfranco Veneto dove la percentuale tende al 90%. E a questi si sommano gli anestesisti (con percentuali dell’80% a livello regionale) e gli infermieri. C’è poi una mancanza di trasparenza che rende sostanzialmente impossibile verificare i tempi di accesso alle interruzioni volontarie di gravidanza, visto che per quasi il 75% dei casi il dato non è disponibile. La legge sancisce un diritto che lo Stato è chiamato a garantire – conclude Vendrame –, pena il ritorno all’oscurantismo e alla clandestinità, che nulla hanno a che vedere con il sostegno alle famiglie”.

 

Ufficio Stampa


Vendrame Giacomo
Segretario Generale CGIL TREVISO