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APe Social e Quota 41

Informazioni Patronato Inca - 13/06/2017

Ape Social e Quota 41
Approvati i decreti, ecco la sperimentazione

Dovevano partire il 1° maggio, ma i pesanti ritardi accumulati dal Governo, che ha firmato i decreti attuativi su APe Social e Quota 41 solo il 22 maggio, hanno fatto slittare tutto il calendario delle scadenze. Le richieste per l’APe Social, l’anticipo pensionistico agevolato rivolto a chi ha almeno 63 anni e appartiene a categorie soggette a particolare tutela, a cui possono accedere anche i lavoratori precoci, i cosiddetti Quota 41, vanno inoltrate entro il prossimo 15 luglio, per chi matura i requisiti nel 2017, mentre chi li raggiunge nel 2018 ha tempo fino al 31 marzo dello stesso anno.

L’INPS stilerà la prima graduatoria entro il 15 ottobre 2017 e se i requisiti lo permettono, gli aventi diritto potranno accedere alla pensione con decorrenza retroattiva dal 1° maggio 2017, mentre la seconda verrà presentata entro il 30 giugno 2018. L’indennità, entro al massimo 1.500 euro lordi mensili, sarà erogata per dodici mensilità, senza oneri a carico del lavoratore fino al compimento dell’età prevista per la pensione di vecchiaia (66 anni e 7 mesi), previa ulteriore domanda.

Qualora le domande eccedano lo stanziamento, la priorità andrà a chi ha raggiunto prima il requisito anagrafico e, in seconda battuta, varrà la data di presentazione. Se a seguito del monitoraggio, poi, dovessero esserci ancora risorse disponibili, si considereranno anche le richieste pervenute in ritardo, entro comunque il 30 novembre di ciascun anno. Viste la lentezza e le difficoltà che hanno fin qui accompagnato i provvedimenti, l’INCA può rappresentare ancora una volta un valido alleato, perché può seguire passo dopo passo tutto l’iter e soprattutto informare correttamente i lavoratori che ne hanno diritto.

L’anticipo pensionistico, infatti, va ai disoccupati senza ammortizzatori sociali da almeno 3 mesi, agli invalidi civili con almeno il 74% di invalidità, ai lavoratori che assistono da almeno 6 mesi parenti di primo grado (coniuge, genitore, figli) conviventi con handicap grave e gli addetti che abbiano svolto per almeno 6 anni negli ultimi 7 attività particolarmente gravose e pesanti. Oltre all’età anagrafica di 63 anni, bisogna aver maturato 30 anni di anzianità (36 per l’ultimo caso). Queste categorie, compresi gli addetti a mansioni usuranti, hanno inoltre la possibilità di andare in pensione anticipatamente qualora siano lavoratori precoci, ovvero abbiano maturato 41 anni di contribuzione, di cui 12 mesi prima del compimento del 19esimo anno d’età.

L’APe social è compatibile con redditi da lavoro dipendente o da collaborazione, ma fino a un tetto di 8mila euro l’anno (4.800 euro se il lavoro è autonomo).

Altre possibilità per anticipare la pensione vengono dall’APe Volontaria e dalle misure direttamente o indirettamente a essa collegate, ma i decreti attuativi sono ancora in alto mare. L’iter prevede, infatti, che debbano passare al vaglio del Consiglio di Stato per poi essere eventualmente corretti dal Governo, come successo con l’APe Social, prima di arrivare all’approvazione definitiva della Corte dei Conti ed essere pubblicati in Gazzetta Ufficiale. I tempi, dunque, si allungano.

A conclusione, un piccolo dato e una considerazione. Secondo i calcoli del Governo, la potenziale platea per APe Social e Quota 41 supera le 100mila unità. Ma attenzione, i numeri riguardano, infatti, solo il biennio 2017-2018, perché queste forme di pensione anticipata sono sperimentali. Per estenderle agli anni successivi ci vorrebbe una nuova legge.

Per maggiori informazioni sulla previdenza e per consultare la lista dei documenti per fare richiesta, cliccare qui.

 


Bresolin Silvia
Direttrice INCA CGIL TREVISO

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