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Dal PSSR all’Azienda Zero: Sanità Trevigiana a rischio stallo

Comunicati Fp - 24/06/2016

INTERVENTO DEL SEGRETARIO GENERALE FP CGIL TREVISO
Dal PSSR all’Azienda Zero:
Sanità Trevigiana a rischio stallo

 

Il progetto di riforma sanitaria in Veneto compie un anno a giugno ma, al momento, rimane e rischia di rimanere solo in gestazione. L’ultimo Piano Socio Sanitario Veneto, invece, di anni ne compie già quattro, ma non ha mai iniziato a camminare.

Nel frattempo qualcosa è cambiato ma senza una chiara regia ed una visione d’insieme legata alle priorità obiettivo del PSSR.

La gestione di due Ulss trevigiane affidata a un Commissario, per quanto impegno e competenza questi investa, non può reggere a lungo. E lo stesso vale per il complicato “valzer” dei vertici, che ha visto come ultimo protagonista il neo Direttore Sanitario di Treviso, al quale rivolgiamo i migliori auguri per il nuovo importante incarico assunto a Padova. Intanto, oltre 800mila abitanti (questa la dimensione della futuribile Ulss unica marca Trevigiana), oltre 9mila dipendenti diretti cui si sommano quelli dell’indotto, 7 ospedali, un bacino di utenti che supera i confini provinciali, una rete di relazioni che coinvolge centinaia di soggetti del mondo istituzionale, produttivo e del tessuto sociale, tutti chiedono solidità e stabilità, strategia e lavoro di squadra.

Anziché concentrarsi “pancia a terra” sugli obiettivi prioritari del PSSR, nei fatti dato per morto, la Regione Veneto ha voluto forzare sulla riduzione delle Ulss - sbagliato parlare di provincializzazione visto che Venezia e Vicenza ne mantengono due - e sull’Azienda Zero, generando ulteriore incertezza, e determinando di fatto uno stallo delle politiche di salute. Infatti, dopo quattro anni nessuna struttura intermedia avviata e poche esperienze di Medicine di Gruppo Integrate Polifunzionali concretamente attive. E le 18 IPAB RSA che si occupano di servizi integrati all’anziano? Lasciate nel limbo di una riforma spesso annunciata e mai attuata.

Non possiamo che lanciare un allarme da Treviso: mentre si discute di assetti, senza che siano stati preliminarmente predisposti come un progetto ambizioso esige, e di Azienda Zero, senza un chiaro piano di fattibilità che ne misuri il rapporto costo/beneficio, le priorità dei cittadini rimangono quelle dell’assistenza, specie una volta dimessi, delle cure, delle liste e dei tempi di attesa. Come le priorità di chi eroga i servizi sono quelle di avere dotazioni organiche e organizzazione del lavoro rispondenti alle complessità che il “sistema salute” richiede. Destabilizzare ulteriormente tale sistema sganciandolo da operazioni utili e certe non era invece decisamente prioritario. Si rischia, anzi, di vanificare i risultati finora ottenuti. La Regione faccia un ripensamento, pianificando bene le operazioni necessarie alle aggregazioni delle Ulss su ambiti ottimali, considerando tutto il lavoro preliminare che è fondamentale per quanto attiene personale, risorse, organizzazione dei servizi e delle relazioni con il territorio, accantonando l’Azienda Zero. Non è questa la priorità. Tanto più alla luce di accentramenti di funzioni che nelle Ulss aggregate già troverebbero il vero ambito ottimale.

 

Ivan Bernini


Bernini Ivan
Segretario Generale FP CGIL TREVISO