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Sipa: un’ora di sciopero, adesione degli operai all’80%

Comunicati Fiom - 11/12/2018

Sipa: un’ora di sciopero, adesione degli operai all’80%

La protesta dei lavoratori dell’azienda del Gruppo Zoppas per un premio di risultato al ribasso e per l’incertezza che grava sull’andamento degli indicatori di qualità nello stabilimento vittoriese

 

Troppo al ribasso il premio di risultato alla Sipa Spa, la FIOM CGIL di Treviso non ci vede chiaro e, registrando la preoccupazione dei 723 dipendenti (circa 300 sono gli operai) dello stabilimento vittoriese per il futuro dell’attività di produzione di macchinari per la lavorazione di bottiglie di plastica per alimenti e altre materie, ha indetto per la giornata odierna uno sciopero di un’ora per ciascuno dei due turni e il blocco degli straordinari per l’intera settimana. Alla protesta hanno aderito l’80% degli operai presenti nella giornata, percentuale che si alza considerando che non hanno preso parte allo sciopero quasi esclusivamente i lavoratori a tempo determinato e in somministrazione. Per la prima volta a protestare si sono presentati ai cancelli dello stabilimento anche gli impiegati.

La mobilitazione nasce dalla scarsa informazione relativamente alle performance di qualità legate al premio di risultato, nonché dalla non conoscenza degli indicatori di redditività dell’azienda del Gruppo Zoppas. Una mancata trasparenza questa che genera preoccupazione tra le Rsu Fiom e nella sigla dei metalmeccanici trevigiani. Rispetto all’accordo sottoscritto nel 2017 e valevole per il triennio 2017-19, il premio di risultato erogato ai dipendenti è stato di appena 221 euro dei 1.300 potenziali per lavoratore lo scorso anno e dovrebbe attestarsi per il 2018 (dato al 31 ottobre) a 441 euro dei 1.400 massimi stabiliti dall’integrativo.

 

Se l’indicatore che misura l’efficienza raggiunge livelli molto buoni, a significare che nello stabilimento si lavora nei tempi richiesti – precisa Paolo Chinellato della FIOM CGIL di Trevisoquelli di qualità, che pesano per il 30% nel computo della premialità, invece sono decisamente al di sotto del minimo stabilito. C’è qualcosa che non va nel metodo di misurazione deciso dall’azienda. Per questo chiediamo maggiore trasparenza, anche attraverso il coinvolgimento diretto delle Rsu nella misurazione. La preoccupazione – sottolinea Chinellato – è sull’impatto che il perdurare di tale dato negativo possono avere non solo nell’erogazione di un buon premio di risultato ma, nel lungo periodo, anche sui livelli occupazionali. Le problematiche di carattere organizzativo e gestionale denunciati negli ultimi anni dalle Rappresentanze dei lavoratori non sono mai state prese in considerazione per arrivare a vere soluzioni, sarebbe paradossale che proprio tali questioni fossero legate agli indicatori di qualità – conclude ironico Chinellato –”.

 

 

Ufficio Stampa